L’appello di Adelina: «Sono malata datemi la cittadinanza»
«Il tempo che mi resta da vivere su questa terra vorrei viverlo da cittadina degna di questo Paese». Torna a chiedere la cittadinanza italiana Adelina Sejdini, ex vittima di tratta oggi 44enne, albanese di origini greche formalmente apolide (sul permesso di soggiorno c'è scritto cittadinanza “xxx”), residente da quasi 20 anni in provincia di Brindisi e che da alcuni mesi sta combattendo con un tumore.
«Ho bisogno di cure e di assistenza sanitaria. Lo Stato italiano, tanti anni fa, mi ha convinta a denunciare, mi hanno promesso protezione, ora mi protegga fino alla fine». Adelina la scorsa settimana è stata operata all’ospedale San Matteo di Pavia, dove è tuttora ricoverata. Dopo l’approvazione del decreto sicurezza è stata destinataria di un «procedimento amministrativo volto al rifiuto del rilascio del permesso di soggiorno», ma ha poi ottenuto un permesso per «casi speciali" che scadrà a ottobre.
«Qui medici e infermieri si prendono cura di me ma temo - sottolinea - di non avere il tempo e la possibilità di curarmi adeguatamente», in caso di un’ulteriore stretta sui permessi di soggiorno che potrebbe portare alla sua espulsione. Per questo continua a chiedere che la sua posizione sia regolarizzata: "Chiedo un minimo di diritti e, dopo tanti anni di lotte per aiutare tutte le vittime di tratta, chiedo che mi venga riconosciuta la cittadinanza italiana».
Adelina 19 anni fa, dopo essere stata sequestrata, violentata e venduta, arrivò in Italia vittima per anni del racket della prostituzione, finché si ribellò e, collaborando con le forze dell’ordine, portò all’arresto di decine di persone. A ottobre manifestò davanti al Quirinale consegnando una lettera indirizzata al presidente della Repubblica. Qualche giorno fa la risposta: «Comprendo, mi creda, le difficoltà che si trova ad affrontare - si legge nella nota firmata dal capo del 'Servizio rapporti con la società civile e per la coesione sociale' del Segretariato generale della Presidenza - e desidero perciò informarla che ho inteso rimettere il suo scritto all’attenzione e alle valutazioni delle competenti Istituzioni territoriali».