Sono stati invitati dagli alunni del laboratorio di Giornalismo della scuola
Sono i “missionari” del sorriso. Offrono la terapia più naturale per vincere la paura e la sofferenza dei bambini costretti al ricovero nei reparti di Pediatria.
Sono i clown dottori, che del sorriso hanno fatto una efficace medicina, che non ha alcun effetto collaterale.
Tre di loro, in rappresentanza dell’Università Popolare Contemporanea “Le Grazie” di Martina Franca, hanno incontrato, nei giorni scorsi, gli alunni delle quinte classi del III Circolo Didattico di Manduria, impegnati in un laboratorio di giornalismo. Marisa Caliandro, presidente dell’Università Popolare “Le Grazie”, Mario Ruggiero, direttore dello stesso sodalizio, e Adua Di Summa, responsabile dei clown impegnati negli ospedali, si sono sottoposti all’intervista dei bambini, guidati, nel progetto, dal maestro referente Antonio Libardi, e dalle maestre Flora Anna Perrone, Anna Landi e Maria Concetta Marasco.
Vestiti da clown, hanno illustrato all’attenta platea la loro “missione”: volontari del sorriso.
«Abbiamo sottoscritto una convenzione con la Asl della Provincia di Taranto e, grazie a questa, e all’intesa raggiunta anche con il direttore sanitario e con i pediatri dell’ospedale di Martina, ogni domenica siamo nelle corsie, a cercare di divertire i bambini ricoverati» hanno raccontato. «Purtroppo non in tutti gli ospedali d’Italia ciò è possibile. Ci sono dei centri (a Roma, Firenze e Parma), dove la clown terapia è una realtà. In altri invece no. Non tutti infatti comprendono i benefici che questo tipo di terapia porta ai bambini. E, quindi, c’è chi si oppone. Noi possiamo operare solo in quei centri in cui riscontriamo la sensibilità del primario e del direttore sanitario».
E davanti agli entusiasti alunni del III Circolo, i tre clown dottori di questa associazione (che si occupa anche di formazione), hanno offerto un saggio delle loro capacità. Mago Mario (al secolo Mario Ruggiero), ha offerto una performance di origami, l’arte, ovvero, di piegare la carta. Poi tante gag e, alla fine, tanti palloncini, colorati e intrecciati in varia forme, per tutti.