«Si tratta di rendere operative delle buone pratiche, improntate al senso civico e al rispetto dei cittadini più deboli, che non possono più essere lasciate alla discrezionalità di ogni singolo ospedale o di ogni singola Asl»
“Garantire il diritto alla precedenza, negli accessi ai servizi ambulatoriali pubblici di tutta la regione Puglia, alle persone con grave disabilità e donne in stato interessante. Al fine di alleviare i tempi di attesa e i disagi che queste particolari categorie di cittadini non possono più sostenere”.
È l’obiettivo della mozione depositata nelle scorse ore dai consiglieri regionali de La Puglia con Emiliano, Giuseppe Turco (primo firmatario), Paolo Pellegrino e Alfonso Pisicchio e dal collega di Direzione Italia, Renato Perrini, per impegnare la giunta ad attivare in tutte le sedi provvedimenti tesi a istituzionalizzare queste speciali “corsie brevi”.
“Si tratta di rendere operative delle buone pratiche, improntate al senso civico e al rispetto dei cittadini più deboli, che non possono più essere lasciate alla discrezionalità di ogni singolo ospedale o di ogni singola Asl” spiega Turco. “Infatti, in assenza di una legislazione nazionale che preveda il diritto e l’obbligo a dare precedenza, negli accessi ai servizi ambulatoriali pubblici, ai soggetti più fragili, registriamo purtroppo casi a macchia di leopardo rimessi alla sensibilità di questo o di quel direttore o di questa o di quella azienda – aggiunge Turco -. Per questo con questa mozione vogliamo rendere la Puglia una regione a burocrazia dolce per i soggetti più fragili anche nelle piccole cose, come l’acceso a un servizio ambulatoriale. Nella mia esperienza di medico mi è spesso capitato di dover assistere a veri e propri litigi nelle sale d’attesa in presenza di donne in stato interessante o di cittadini diversamente abili, rei di aver semplicemente chiesto una cortese precedenza per ovvie ragioni fisiche. E se siamo bravi a dare la precedenza alla cassa di un supermercato o allo sportello postale, possiamo farlo anche nell’ambito del servizio sanitario. Ma – conclude Turco – con regole precise, non a seconda della sensibilità e opportunità del momento”.