«Fra tanti ex amministratori che nel corso degli anni hanno ricevuto problemi con la Giustizia, l’unico incandidabile è Roberto Massafra, che, al contrario, non ha ricevuto neppure un avviso di garanzia…»
La sentenza della Prima Sezione Civile del Tribunale di Taranto genera reazioni opposte: di perplessità in Manduria Futura, il movimento creato dall’ex sindaco Massafra, e di ritrovata serenità nel consigliere regionale Luigi Morgante.
«Vediamo un po’: Manduria ha avuto nell’ultima consiliatura 24 consiglieri comunali eletti, più una mezza dozzina di subentrati e una quindicina di assessori» la premessa di “Manduria Futura”. «Inoltre ci saranno ancora in vita un centinaio almeno di ex amministratori e, infine, 32.000 concittadini.
Un certo numero di costoro ha avuto problemi con la giustizia, molti almeno un avviso di garanzia. Roberto Massafra, ex sindaco di Manduria, nei quattro anni e dispari del suo mandato, di avvisi di garanzia non ne ha avuti nessuno, tantomeno rinvii a giudizio. Non è stato mai neanche interrogato come persona informata dei fatti dai magistrati, dai poliziotti e dalla commissione di accesso che hanno indagato nell’ambito dell’inchiesta “Impresa” e della conseguente richiesta di scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa.
Eppure tra questi 32.000 cittadini e un paio di centinaia di ex amministratori recenti, passati e trapassati, Massafra è, in pratica, l’unico incandidabile. I restanti potranno tranquillamente ripresentarsi quando si tornerà al voto. Auguri, Manduria!».
Di tutt’altro tenore le riflessioni del consigliere regionale Luigi Morgante.
«Finalmente mi sono stati restituiti rispetto e dignità» afferma Morgante. «Pur trascinato in una vicenda inquietante e di una gravità inaudita, e aver visto per anni il mio nome associato addirittura a un procedimento per mafia, con l’accusa di favoreggiamento per non aver denunciato il furto di un’automobile poi ritrovata dagli stessi carabinieri (e piena assoluzione sia in sede penale che civile), ho sempre avuto e manifestato un profondo rispetto per gli inquirenti e la magistratura, con la certezza che, nonostante il fango e le strumentalizzazioni legate al mio ruolo politico, la verità sarebbe alla fine emersa.
Adesso anche l’ultima, pesantissima richiesta presentata dal Ministero dell’Interno nei miei confronti – l’incandidabilità – è stata rigettata dai giudici del Tribunale di Taranto, e la mia vita può finalmente riprendere senza alcuna macchia e ombra».