Archeoclub Manduria propone la nomina a scavalco di qualche direttore di biblioteca dei dintorni
Ben quindici sezioni pugliesi di Archeoclub, dodici associazioni ed enti vari e poco meno di 1.500 cittadini hanno sottoscritto l’appello di Archeoclub di Manduria e dello storico Gerard Delille sulla biblioteca “Marco Gatti”.
«Di fronte alla minaccia che, con il pensionamento dell’ultimo responsabile, la biblioteca comunale Marco Gatti possa rimanere chiusa, come già sporadicamente sta accadendo in questi giorni per la mancanza di personale, su invito di Archeoclub Manduria, il prof. Gerard Delille ha lanciato un appello riportato dalla stampa, che subito numerosi studiosi hanno fatto proprio» è riportato in una nota della sezione mandurina di Archeoclub. «A seguito di ciò l’associazione ha rilanciato l’appello a tutta la cittadinanza e ben 845 cittadini, i cui nomi non pubblichiamo per rispetto della privacy, ma che sono a disposizione nella sede di Archeoclub, le associazioni e 15 sedi Archeoclub della Puglia hanno risposto affinché ci sia un intervento da parte delle istituzioni competenti, perché la biblioteca non venga chiusa.
L’appello è stato sostenuto in parallelo da Manduria Lab, che ha collaborato con Archeoclub raccogliendo sulla piattaforma online change.org altre 553 adesioni. I manduriani si son mossi coinvolgendo parenti ed amici fuori sede, sensibili al problema, e non possono rimanere delusi».
Archeoclub avanza una proposta per evitare la chiusura della biblioteca.
«Ci rendiamo conto che bandire ed espletare un concorso non è fattibile in tempi stretti, ma ci possono essere soluzioni di tamponamento, una nomina a scavalco di qualche direttore di biblioteca dei dintorni, per esempio, consentirebbe di tenerla aperta alcuni giorni della settimana. Oppure attingere alle liste di mobilità potrebbe consentire a chi lavora in biblioteche di sedi lontane, anche fuori regione, di poter temporaneamente ritornare nella propria terra d’origine, nella pubblica amministrazione la cosiddetta utilizzazione non è rara, oppure ancora ricorrendo a coloro che usufruiscono del reddito di cittadinanza. Negli elenchi ci possono essere anche persone competenti che, per legge, devono prestare la loro opera gratuitamente per un certo numero di ore settimanali agli enti locali. Forse i centri per l’impiego non si sono ancora attrezzati in merito, ma basterebbe sollecitare. Ecco forse ci potrebbe anche essere qualche altra soluzione ancora, l’essenziale è trovarla perché le aspettative non restino senza risposta».