Manifestazione d’interesse per la selezione delle associazioni di volontariato e di promozione sociale cui affidare il servizio di noleggio senza conducente di veicoli (di categoria M1, con almeno quattro ruote e un massimo di otto posti a sedere) per il trasporto dei lavoratori stagionali immigrati nelle Province di Foggia, Lecce e Taranto
“Un’altra opportunità concreta, a dimostrazione che sui temi del contrasto al caporalato e allo sfruttamento dei migranti, la Regione Puglia è all’avanguardia. Bene, la decisione di rivolgersi al terzo settore per il trasporto dei lavoratori stagionali”.
Esprime soddisfazione il consigliere regionale de La Puglia con Emiliano, Giuseppe Turco, per la pubblicazione della Manifestazione d’interesse per la selezione delle associazioni di volontariato e di promozione sociale cui affidare il servizio di noleggio senza conducente di veicoli (di categoria M1, con almeno quattro ruote e un massimo di otto posti a sedere) per il trasporto dei lavoratori stagionali immigrati nelle Province di Foggia, Lecce e Taranto. Il tutto con una dotazione finanziaria di 60mila euro, di cui 30 da destinare alla Provincia di Foggia e la restante parte equamente divisa tra Lecce e Taranto. Sarà riconosciuto un importo massimo di 7mila e 500 euro mensili per il noleggio, il carburante, la gestione del servizio, la manutenzione ordinaria e straordinaria di ciascun mezzo.
“Un sistema chiaro per la sicurezza stradale dei tanti migranti che ogni giorno – sottolinea Turco – sono costretti a raggiungere le campagne e le aziende agricole a bordo di furgoni, camminando lungo i binari ferroviari o con mezzi di fortuna come biciclette malmesse. E le nostre cronache, purtroppo, sono piene di incidenti spesso mortali, soprattutto nella stagione estiva quando la raccolta di frutta e ortaggi si fa più intensa”. “E non a caso – conclude Turco – nei giorni scorsi, su mia precisa iniziativa e indicazione, è stato pubblicato un bando per l’acquisto di bici da destinare ai migranti per spostamenti brevi casa-lavoro, sempre al fine di garantirne la sicurezza. E queste sono le buone pratiche da mettere in campo se davvero vogliamo garantire la dignità umana di ogni lavoratore”.