A segnalare il problema alle autorità competenti è il comitato “Io amo San Pietro in Bevagna”
Banchi di posidonia, in stato di decomposizione avanzata, presenti da settimane nel tratto di spiaggia compreso fra via delle Mammole e il bar “Lo scivolo”.
A segnalare il problema alle autorità competenti (la Commissione straordinaria, il servizio di igiene pubblica, il responsabile dell’Ufficio Tecnico, la Provincia di Taranto e alla Capitaneria di Porto) è il comitato “Io amo San Pietro in Bevagna”.
Nella lettera, oltre a chiedere un intervento, si propone anche una soluzione.
«La presenza, già da molte settimane, di banchi di posidonia, quindi in stato di decomposizione avanzata, arreca problemi non solo di mobilità, ma anche di cattivi odori, allergie (forse perché piacevole rifugio di insetti) e rifiuti di materiali di ogni genere» è riportato nella lettera. «Il tratto, quindi, risulta non praticabile. Segnaliamo anche la presenza di diverse famiglie, alcune anche con soggetti diversamente abili, costretti a fare diversi metri per accedere alla battigia, metri oltretutto da fare in assenza di passerelle per l’abbattimento delle barriere architettoniche».
Secondo il comitato, quest’anno “lo stato di manutenzione della spiaggia è sicuramente inadeguato, oltre che poco rispettoso per le centinaia di famiglie che affollano questa zona”.
«Ci sembra di essere stati quasi abbandonati dal Comune di Manduria e, con noi, che sia stata trascurata quell’attenzione ai turisti e ai residenti estivi che dovrebbe invece essere l’anima della vocazione turistica di cui spesso si sente parlare dagli abitanti del posto» si lamentano i villeggianti.
Il comitato, quindi, si chiede sino a quando il tratto di spiaggia in questione dovrà essere «caratterizzato dalla presenza di cumuli di alghe che, oltre ad emanare un olezzo non piacevole, impediscono le piacevoli passeggiate e non favoriscono i giochi all’aria aperta ed in sicurezza dei più piccoli?
Non capiamo il motivo per il quale, per alcune zone della Puglia (come a Taranto o Bari nelle ultime ore) sia stato attuato un piano di smaltimento di tali alghe, mentre a San Pietro in Bevagna ogni cosa diventa un problema insormontabile.
Confidiamo pertanto, nella sensibilità di qualcuno nei confronti del “vostro” e “nostro” patrimonio naturale. Ci permettiamo di dare un consiglio sull’utilizzo ottimale di queste alghe di posidonia, senza costi di smaltimento: data l’erosione costiera avanzata, si possono accumulare in modo da ricreare delle dune che, oltretutto stanno svanendo e sono simbolo caratterizzante del luogo».