«Se si vuole continuare a combattere, occorre scegliere le armi giuste, quelle della collaborazione, dello studio delle “carte”, della conoscenza di leggi e regolamenti, della messa in campo di tutte le risorse, a partire da quelle indispensabili di tecnici esperti e avvocati»
«Anche in questa fase, la lotta che vede in campo le comunità di Manduria e Avetrana contro la realizzazione del depuratore consortile ad Urmo-Belsito viene strumentalizzata da alcuni soggetti, a vario titolo coinvolti, per acquistare visibilità, per raccogliere voti, per regolare i conti con gli avversari politici, veri e presunti, per giustificare se stessi, per riproporre fantasiose ipotesi, per presentarsi come salvatori della patria».
I Verdi di Manduria analizzano la vertenza-depuratore.
«Una gara a chi grida più forte, a chi sbraita con più veemenza, a chi usa le parole più offensive, a chi suscita più clamore mediatico, convinti di acquistare così credito presso i cittadini. E chi a questa gara non vuole partecipare, viene additato al pubblico disprezzo e sospetto. Esattamente le modalità di comportamento che ci vedono, a 10 anni dall’inizio della vicenda, sull’orlo della disfatta.
Si torna così a parlare dello spostamento del sito in contrada Serpenti, che nessuna forza ambientalista manduriana ha mai avallato, che, come ormai dovremmo aver capito, non avrebbe superato il vaglio delle autorizzazioni regionali. Si tenta di ricostruire in maniera non veritiera la manifestazione del 7 aprile, che vide schierate decine e decine di comitati, associazioni, partiti, organizzazioni sindacali, movimenti, sulla base di un documento che chiedeva l’immediato fermo dei lavori e concreti atti amministrativi, prima di ogni possibile esame di nuove alternative, e che fu tradito dagli amministratori, recatisi a Bari, pur avendolo firmato.
Ora sembra che il presidente Emiliano, dopo aver dichiarato una volta il “game over”, voglia riaprire il giochetto delle alternative, limitato agli scarichi complementari.
Se si vuole continuare a combattere, occorre scegliere le armi giuste, quelle della collaborazione, dello studio delle “carte”, della conoscenza di leggi e regolamenti, della messa in campo di tutte le risorse, a partire da quelle indispensabili di tecnici esperti e avvocati, per i quali occorre prevedere adeguati compensi. Questo nuovo progetto di fattibilità va aggredito nella sua totalità, per tutte le modalità di scarico previste e non solo quella complementare, individuandone le eventuali incongruenze tecniche; preparandosi a sfruttare tutte le occasioni che la legge prevede per presentare obiezioni scientificamente, tecnicamente e legalmente fondate. È la strada che alcuni di noi stanno seguendo, ad esempio, collaborando con Azzurro Ionio nella diffida alla Regione Puglia per il PTA non rinnovato, e continueranno a fare, senza clamori e sbandieramenti».