Dalle Asl già alcune circolari che mettono una stretta sulla libera scelta dei medici. «Ai dg obiettivi di riduzione dei costi fino al 50%»
«Perplessità» e soprattutto «preoccupazioni» per la razionalizzazione della spesa farmaceutica. Interventi volti ad incrementare l’appropriatezza prescrittiva sui farmaci Immunomodulatori ad alto costo per il trattamento di patologie Reumatologiche, Dermatologiche, Gastroenterologiche, Oculistiche».
Ovvero la stretta sui farmaci e le prescrizioni dei medici decise nella delibera (n. 1188) adottata dalla Giunta regionale il primo luglio scorso. Silvia Tonolo, presidente dell’Anmar, l’associazione nazionale dei malati reumatologici, punta
l’indice sul provvedimento che, spiega, «trae fondamento da un’analisi farmaco economica che pone in evidenza come i farmaci biosimilari aggiudicati nelle gare di appalto centralizzate per il trattamento di patologie reumatologiche, gastroenterologiche, dermatologiche ed oculistiche rappresentino alternative terapeutiche di minore costo in linea con l’esigenza di garantire la sostenibilità della spesa sanitaria regionale.
Di contro, i costi delle terapie a base di biotecnologici sarebbero di gran lunga superiori e prediletti, rispetto alla media nazionale, dai medici prescrittori pugliesi».
In pratica, uno spreco di risorse che avrebbe indotto la Giunta a disporre che i medici prediligano, compatibilmente con le esigenze cliniche dei pazienti, l’utilizzo dei farmaci biosimilari a minor costo.
«Fin qui sembrerebbe trattarsi di semplice raccomandazione emanata nel rispetto del principio della libertà prescrittiva del medico. Ma, purtroppo, non è tutto! Secondo la deliberazione – aggiungono dall’Anmar -le Direzioni strategiche delle Asl dovranno promuovere una fattiva azione di coordinamento tra le strutture aziendali interessate alla prescrizione, alla distribuzione e monitoraggio nonché all’acquisto dei farmaci immunomodulatori ad alto costo definendo specifici obiettivi il cui grado di raggiungimento sarà oggetto di valutazione da parte della Servizio Politiche del Farmaco».
Inoltre, le specialità medicinali ad alto costo (HUMIRA, ENBREL, REMICADE, SIMPONI e CIMZIA) «saranno riservate esclusivamente ai pazienti che non possono essere trattati con i farmaci a minor costo» in modo da garantire la continuità terapeutica agli assistiti già in trattamento, «con la precisazione, tuttavia, che comunque resta ferma la necessità, da parte dei medici prescrittori di tenere in debita considerazione le indicazioni emesse dall’Aifa. Viene, dunque, raccomandata l’opportunità dello switch, sotto controllo medico, nei pazienti trattati con farmaci immunomodulatori ad alto costo verso quelli biosimilari a minor costo tra i vincitori degli Accordi Quadro Regionali». Ogni scelta in deroga da parte del medico dovrà essere adeguatamente motivata, anche perché i dg delle Asl avranno come obiettivo di mandato quello di dimostrare «un grado di utilizzo dei farmaci a minor costo non inferiore al 50% sul consumo totale».
È già di per sé inaccettabile, secondo l’Anmar, «il fatto di imporre ai medici prescrittori un divieto di prescrivibilità», visto che esistono norme che espressamente prevedono «cautele con riguardo alla categoria dei farmaci biotecnologici», ma si è andatai anche oltre le prescrizioni Aifa, «che si limita a considerare i biosimilari come prodotti intercambiabili con i rispettivi originatori di riferimento, senza far distinzione tra pazienti già trattati e pazienti naïve, e ribadisce, comunque, che è il medico a decidere».
Ancora più grave è poi rafforzare la stretta sulle prescrizioni assegnando alle Direzioni strategiche e generali delle Asl obiettivi di riduzione da raggiungere. Ancora. A detta dell’Anmar «i clinici prescrittori hanno ricevuto, di recente, direttive interne, da parte di un Dirigente, in cui si stabilisce espressamente che “i piani terapeutici a base di brand ad alto costo devono essere sostituiti immediatamente con i prodotti aggiudicati nelle gare a prezzi estremamente più convenienti”.
La circolare interna prosegue affermando che è necessario “agire immediatamente per non pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Regione per il 2019, ricordando che comportamenti difformi da quanto previsto potrebbero ricadere come diretta responsabilità patrimoniale del Dirigente inadempiente”».
Ecco, dunque manifestarsi gli effetti di quella tegola posta su medici e pazienti al fine di ridurre la spesa.
La delibera, secondo Anmar, presenta «indubbi profili di illegittimità» anche perché «conferisce espressamente ai farmacisti ospedalieri il compito di monitorare ed implementare le diposizioni inerenti l’appropriatezza delle prescrizioni.
Il che equivale a dire che viene conferito loro il ruolo di tutori delle ragioni di bilancio e di gendarmi del sistema. Ruolo che, come sappiamo – conclude Tonolo - finirà con fungere da deterrente verso tutti i clinici che tenteranno di operare scelte difformi da quelle indicate nelle circolari».