«Nel 2020 ritornerà la processione arborea di San Pietro in Bevagna»
Terminati, con la traslazione della statua del santo patrono nell’omonima cappella, i festeggiamenti in onore di San Gregorio Magno, mons. Franco Dinoi, parroco della chiesa della “SS. Trinità”, traccia un primo consuntivo delle celebrazioni e scruta già il futuro prossimo, che si preannuncia ricco di altri momenti di Fede.
«Vorrei ringraziare tutta la città, che ha partecipato alle celebrazioni, religiose e civili, in onore di San Gregorio Magno» le parole di mons. Dinoi dal palco di piazza Garibaldi nell’ultima serata dei festeggiamenti. «Quest’anno il Comitato per i Festeggiamenti è stato allargato ad associazioni attive sul territorio. Questa collaborazione è fondamentale per tutti. Cerchiamo di cancellare, con l’impegno di tutti, quella brutta immagine che è stata data alla nostra città a causa degli episodi che si sono verificati nella primavera scorsa. Manduria può e deve ritornare a splendere grazie alle indubbie qualità e alle virtù della stragrande maggioranza dei cittadini».
Mons. Dinoi ha poi ricordato ai presenti alcuni importanti e attesi appuntamenti della prossima primavera.
«Ritorneremo a festeggiare San Gregorio Magno nel mese di marzo. Auspico che, per le celebrazioni marzoline, ritorni nuovamente ad esserci, dopo due anni di assenza, la Fiera Pessima» le parole di mons. Dinoi. «Manduria non può restare senza la mostra che, per oltre due secoli, è stata la vetrina dei prodotti del nostro territorio».
Mons. Franco Dinoi ha poi posto l’accento sull’evento principe che caratterizzerà il 2020.
«Dopo cinque anni, nel rispetto della tradizione, nel 2020 ritornerà la processione di San Pietro in Bevagna» ha ricordato. «E’ un evento atteso e sentito dalla comunità cristiana della città, le cui origini sono antichissime. Una grande testimonianza di fede, che coinvolge l’intera città».
Presto si conoscerà la data della prima processione: dal santuario di San Pietro in Bevagna, un lungo corteo di fedeli penitenti porterà in città il simulacro del santo apostolo. La processione, come è noto, si caratterizza per la presenza dei tronchi di albero trasportati come penitenza lungo i circa 13 chilometri che collegano la località marina alla città messapica. Un rito senza eguali, che continua a poggiarsi sulla fede autentica della gente. Sicuramente non lo si offre ancora al Cristo Redentore come richiesta dell’acqua per restituire vita a campi, ma di quell’acqua che estingue la sete di giustizia, di bontà e di pace.