La denuncia di CasAmbulanti e UniTaranto
«Il mercato settimanale del martedì di Manduria è avviato verso la desertificazione: più del 60% degli operatori ambulanti ha rinunciato a parteciparvi».
Una denuncia pubblica che è il grido di disperazione delle associazioni di categoria di settore, che non ci stanno a veder morire uno storico mercato qual è quello di Manduria. Un grido di dolore fortissimo sollevato da CasAmbulanti, rappresentata dal presidente di delegazione Salvatore Martina, e da UniTaranto rappresentata da Savino Montaruli.
«Abbiamo il dovere di salvare quel mercato» è l’auspicio di Salvatore Martina.
«Un clima di disattenzione istituzionale assolutamente intollerabile: se gli altri restano in silenzio, noi non possiamo farlo» aggiunge Savino Montaruli.
Il declino, lento ma inesorabile, è iniziato quando, ormai diversi anni fa, il mercato del martedì è stato trasferito nell’attuale area, lungo la circonvallazione. Un’area periferica, non raggiungibile dalle persone più anziane o da chi non è automunito. Se poi si aggiunge la concorrenza commerciale, enormemente aumentata negli ultimi anni con l’apertura di ipermercati e altri grandi market, il quadro è completo.
«Di fronte ai silenzi che si registrano su un caso drammatico che vede morire lentamente il mercato di Manduria noi non possiamo tacere» altresì riportato in una nota congiunta di Salvatore Martina e Savino Montaruli. «Da tempo, da troppo tempo, abbiamo sottoposto all’attenzione pubblica la problematica che riveste anche un carattere a sfondo sociale, oltre che economico e produttivo. Continuiamo a registrare silenzi mentre il mercato va verso la desertificazione con più del 60 per cento di ambulanti che ha rinunciato a frequentare quel mercato che, un tempo, registrava centinaia di operatori attivi.
Un dramma per il mercato del martedì relegato in un’area assolutamente impropria, fuori mano, estremamente periferica, che crea enormi disagi anche ai consumatori ed ai cittadini che chiedono fortemente che il mercato venga trasferito nel centro urbano e questo oggi è possibile perché il numero attuale degli operatori consente tale trasferimento senza disagio alcuno. Bisogna assumere decisioni di responsabilità perché, se il mercato dovesse definitivamente morire, la gente e i commercianti se ne ricorderebbero perché il danno definitivo sarebbe di enorme portata» concludono Salvatore Martina e Savino Montaruli. «Come associazioni di categoria indipendenti e di base ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare con l’Ente cittadino perché si realizzi un progetto d’intervento strutturale atteso da anni»..