lunedì 25 novembre 2024


02/10/2019 08:36:56 - Salento - Attualità

L’attività di inserimento socio-lavorativo è destinata anche agli invalidi fisici, psichici e sensoriali, agli ex degenti di ospedali psichiatrici, anche giudiziari, ai soggetti in trattamento psichiatrico, ai tossicodipendenti, agli alcolisti, ai minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare

«L’agricoltura sociale adesso è una realtà. Una buona pratica che colloca la nostra Puglia tra le Regioni che più favoriscono l’inclusione dei soggetti più fragili e svantaggiati. Dando una concreta opportunità che coniuga lavoro e benessere fisico e psichico. Perché il lavoro della terra, il lavoro a stretto contatto con gli animali si dimostrano spesso ottimi metodi per gestire le disabilità e la riabilitazione soprattutto dei più giovani».

Esprime soddisfazione il consigliere regionale de La Puglia con Emiliano, Giuseppe Turco, per l’approvazione nell’ultima giunta regionale del regolamento di attuazione della legge regionale n. 9 (27marzo2018) “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”.

L’attività di inserimento socio-lavorativo è destinata anche agli invalidi fisici, psichici e sensoriali, agli ex degenti di ospedali psichiatrici, anche giudiziari, ai soggetti in trattamento psichiatrico, ai tossicodipendenti, agli alcolisti, ai minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, alle persone detenute o internate negli istituti penitenziari, ai condannati e agli internati ammessi alla misure alternative alta detenzione e al lavoro all'esterno. La condizione di persona svantaggiata deve risultare da documentazione proveniente dalla pubblica amministrazione, fatto salvo il diritto alla riservatezza.

Le attività comprendono percorsi stabili di inclusione socio-lavorativa dei soggetti destinatari, mediante ‘'utilizzo delle tipologie contrattuali riconosciute dalla normativa vigente.

Il numero dei destinatari di detti percorsi è costituito da almeno n. 1 unità lavorativa per le aziende che impiegano fino a 15 addetti, da almeno n. 2 unità lavorative per le aziende con un numero di addetti compreso tra 16 e 20 unità, mentre per le aziende con un numero di addetti oltre le 20 unità il numero dei soggetti destinatari deve essere pari ad almeno il 10% del totale degli addetti.

«Un regolamento che definisce i destinatari, soprattutto under 24 e over 50, le categorie protette e che istituisce le fattorie sociali, con un apposito registro regionale. Ogni fattoria sociale – spiega Turco – non è altro che un presidio ecosostenibile, a chilometro zero che tutela le nostre eccellenze agroalimentari e che permette al territorio di farsi conoscere e apprezzare. Sono molto soddisfatto di questa legge, e ringrazio uno dei suo proponenti per l’intuizione normativa, il consigliere Domenico Damascelli. E invito tutte le realtà agricole a sfruttare questa grande possibilità, augurandomi che il prossimo passo normativo sia il riconoscimento, come avviene da anni in altre Regioni, delle Imprese Alimentari domestiche. Per le quali ho presentato un’apposita interrogazione al fine di favorire tutte quelle piccole realtà, come la preparazione in casa di confetture, pasta fresca e sottoli che caratterizzano il nostro territorio e i nostri itinerari turistici».











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