La corsa al ribasso uccide l’agricoltura, arricchisce le multinazionali dei supermercati e i consumatori non ne traggono alcun beneficio
60 centesimi contro 4 euro ai produttori di uva da tavola, sono corrisposti 60 centesimi al chilo o poco più, mentre ai consumatori la Grande Distribuzione Organizzata arriva a chiedere fino a un massimo di 10 volte tanto, dai 2 ai 6 euro.
«La corsa al ribasso uccide l’agricoltura, arricchisce le multinazionali dei supermercati e i consumatori non ne traggono alcun beneficio» è riportato in una nota di CIA. «Su questi meccanismi bisogna intervenire. Agli agricoltori va riconosciuta la giusta redditività, perché questo favorisce gli investimenti per la qualità, il lavoro degli operai agricoli, la cura di ciò che viene prodotto. Ai consumatori è ingiusto che si chieda fino a 10 volte il prezzo di quanto è stato corrisposto al produttore. La qualità e il buon cibo devono essere accessibili a tutti, a un prezzo al supermercato basato su parametri non gonfiati. Oggi questo è uno dei problemi principali del comparto primario, perché crea squilibri, debiti, scarsa possibilità alle aziende di assumere e investire su lavoro e innovazione. Si tratta di una questione di cui si stanno facendo carico gli agricoltori e le organizzazioni agricole, ma è necessario che anche la politica italiana e quella europea prendano coscienza dei guasti che sta creando una situazione di forte squilibrio a tutto vantaggio della GDO e delle multinazionali».