«L’adozione del Piano delle Coste è un atto che può avere rilevanti ricadute (positive e negative) sul tessuto economico, sul piano sociale e certamente in campo ambientale»
«Dopo aver atteso più di quattro mesi da quando la Regione Puglia ha nominato un commissione ad acta per la redazione del Piano delle Coste a causa della perdurante inerzia del Comune di Manduria, si apprende che il suo lavoro sembra essere in dirittura d’arrivo e che l’adozione del nuovo piano potrebbe essere imminente».
L’associazione politico-culturale “Città Più” esprime delle riflessioni sul Piano delle Coste.
«Tutto regolare se non fosse che, su un argomento così delicato, sarebbe stato auspicabile ottenere una valutazione politica da parte del nuovo Consiglio comunale, organo di rappresentanza democratica, che si insidierà fra pochi mesi» l’opinione di “Città Più”. «L’adozione del Piano delle Coste, infatti, è un atto che può avere rilevanti ricadute (positive e negative) sul tessuto economico, sul piano sociale e certamente in campo ambientale.
Non va però dimenticata l’importanza delle spiagge libere, anche in considerazione del fatto che non tutti i cittadini hanno le medesime possibilità economiche per fruire dei servizi offerti dai gestori privati, che, come è noto, hanno dei costi non indifferenti.
Inoltre, vanno tenute in debito conto anche le ricadute in campo ambientale e paesaggistico: ricordiamo che le nostre coste sono quasi ininterrottamente orlate da un meraviglioso cordone dunale, da siti di Importanza Comunitaria e da ben tre nuclei delle Riserve Regionali (Palude del Conte, Salina dei Monaci e Fiume Chidro), a cui si aggiunge il nucleo del “Torrente Borraco e Dune di Campomarino”, individuato dal legislatore regionale (legge 19 del 1997) come futura Riserva, ma finora non istituita.
Risulta evidente, quindi, che il Piano delle Coste è uno strumento assolutamente necessario, ma molto delicato, ragion per cui la sua adozione non può basarsi esclusivamente su valutazioni tecniche, sicuramente rispettose della normativa, senza tenere conto delle risultanze di una discussione politica che avrebbe dovuto coinvolgere opportunamente le rappresentanze locali (politiche e non) e le associazioni ambientaliste che, conoscendo il territorio da vicino, avrebbero potuto dare un contributo importante.
Come “Città Più” avremmo auspicato un dibattito ampio, rispettoso delle istanze della cittadinanza e del suo diritto a prendere parte, attraverso i suoi rappresentanti politici, alla valutazione degli aspetti tecnici costituenti il piano stesso e alla sua adozione. Non mancheremo, comunque, di formalizzare le nostre osservazioni prima che il Piano venga formalmente adottato».