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11/10/2019 10:37:46 - Salento - Attualità

La sgradita sorpresa dopo aver addentato il pasticciotto. Il bar in cui lo ha acquistato, tuttavia, non è anche pasticceria: bisogna risalire alla filiera produttiva

Di un cibo si dice che è duro da masticare quando non vuol proprio saperne di ammorbidirsi in bocca. Mai e poi mai, però, un uomo di Nardò avrebbe pensato di trovare nel cuore del tipico pasticciotto leccese, affogati nella crema, tre anelli di metallo, intrecciati l’uno con l’altro. Ed è stata anche una fortuna accorgersene in tempo con l’immediata percezione di avere tra i denti un oggetto solido e una sensazione di forte dolore al palato.

Così, ha sputato via anche il gustoso pasticciotto e, con sua grande sorpresa, ha visto gli anelli.

Ad una prima indagine visiva, sono sembrati essere resti di un braccialetto o di una collanina. Il malcapitato, che ha visto così repentinamente rovinata la sua prima colazione consumata in un bar della città, ha immediatamente fatto le sue rimostranze con il barista che ha chiamato la proprietaria.

Va detto che la responsabilità del locale neritino potrebbe essere parziale se non inesistente: si tratta infatti di un bar che non è anche pasticceria. Ragione per cui i dolci vengono acquistati precotti da un produttore e poi, al mattino, vengono scaldati – in ogni caso viene completata la cottura – per la somministrazione finale ai clienti. Insomma, per individuare le responsabilità dell’accaduto, occorrerà risalire la filiera, con la tracciatura obbligatoria per i prodotti alimentari, e scoprire quale stabilimento o laboratorio ha messo in commercio il pasticciotto “impreziosito”.











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