E’ stata elaborata una nuova tecnologia per individuare rapidamente la forma genetica della malattia degenerativa
Dal Salento all’Inghilterra, passando per la Sardegna e seguendo un itinerario di conoscenza che ha portato Daniele Urso, un trascorso da boy scout a Scorrano, maturità scientifica a Maglie, Erasmus a Cadice, laurea in medicina all’Università del Sacro Cuore di Roma, specializzazione in Neurologia a Sassari passando Madrid, per strade lungo le quali ha appreso ed elaborato nuove tecnologie che “traducono” in un algoritmo le sequenze del Dna e ne segnalano l’errore.
Daniele Urso ha appena trent’anni, ma sono tutti vissuti a pieno ritmo e lungo strade che non sempre conoscono l’esclusiva fatica della mente; ma anche quella delle gambe e dei pedali. Infatti Daniele Urso mette insieme, in un’unica formula, il sudore del cervello con quello dei muscoli che hanno spinto la sua bicicletta in giro per il mondo: dall’Albania al Montenegro e perfino in Amazzonia in un viaggio lungo quattro mesi, sempre su due ruote.
Ma, tornando alla sua attività scientifica, la tecnica che ha elaborato è indirizzata alla diagnosi genetica della malattia di Parkinson. Una scoperta il cui valore è stato “certificato” dalla pubblicazione del lavoro sulla prestigiosa rivista scientifica statunitense dell’«American Academy of Neurology». Si tratta di un nuovo studio che propone una serie di “ragionamenti clinici sequenziali” per la definizione diagnostica della malattia di Parkinson familiare. Il lavoro, firmato anche da alcuni studiosi spagnoli, ha come autori principali Daniele Urso, giovane neurologo nato a Scorrano, attualmente ricercatore presso il King’s College di Londra; Renato Ortu, responsabile del servizio di Neuropsicologia della Clinica di Sassari, il docente Gian Pietro Sechi, direttore della Clinica Neurologica sassarese. «La maggior parte dei pazienti con malattia di Parkinson – spiega Daniele Urso - presenta una condizione idiopatica (che non ha una causa specifica nota). Una piccola percentuale di casi, tuttavia, può essere attribuita a fattori genetici conosciuti. La diagnosi genetica della forma specifica di malattia di Parkinson documentata nello studio è dovuta alla duplicazione di un singolo gene (SNCA), che codifica per una proteina chiamata alfa-sinucleina che, quando malripiegata e malfunzionante, si crede abbia un ruolo essenziale nel provocare alcune forme di malattia di Parkinson e di Demenza».