Si tratta di Jacqueline Ferrante, una pittrice newyorkese che si occupa di arte astratta e sperimentazioni con materiali da costruzione, e di Katherine Shapiro, un’illustratrice anglo-giapponese che lavora con acquerelli e inchiostro
“Con questi occhi”: è stata denominata così una serata d’arte promossa dalla masseria urbana “La Controra” di Manduria. Per due mesi due artiste straniere hanno vissuto a Manduria e ne hanno assorbito tutto: suoni, colori, odori, ritmi e abitudini trasferite nella loro arte e nel loro bagaglio di vita. Per lasciare qualcosa del mondo a Manduria e portare con loro Manduria nel mondo.
Si tratta di Jacqueline Ferrante, una pittrice newyorkese che si occupa di arte astratta e sperimentazioni con materiali da costruzione, e di Katherine Shapiro, un’illustratrice anglo-giapponese che lavora con acquerelli e inchiostro. Sono state entrambe a Manduria, a “La Controra”, in residenza d’artista per due mesi grazie al programma workaway. Hanno esplorato il nostro territorio e hanno interagito con materiali e gente del posto e sabato scorso hanno allestito una piccola mostra in cui restituiscono alcuni dei lavori realizzati.
«L’evento si inserisce in un’idea di comunità condivisa e partecipata che è alla base della mission del piccolo polo culturale inaugurato a Manduria» affermano Simona e Sandro, gestori della masseria. «Nell’epoca postmoderna in cui viviamo, l’epoca che Francis Fukuyama definisce “fine della storia”, in cui il nuovo si ritrova ad essere nella maggior parte dei casi riproposizione e rielaborazione di antichi modelli di cui si è già fatta esperienza, il dovere dei giovani è quello di aggregarsi per cercare alternative e soluzioni a un futuro monco».
Una delle parole preferite da Simona e Sandro è “glocale”, che è la fusione di ciò che c’è qui (il paese, la tradizione, le storie, le memorie locali) e ciò che c’è fuori, nel mondo, che resta la linfa vitale con cui nutrire le periferie. E ciò che hanno fatto con la residenza d’artista che si è conclusa sabato scorso con la mostra “Con questi occhi”.