Piazza Giovanni XXIII in stato di abbandono. La chiesa di Sant’Angelo ancora “ingabbiata”
E’ trascorso quasi un anno dalla serata del 28 ottobre del 2018, durante la quale una bomba d’acqua e una violenta tromba d’aria devastarono una parte della città, provocando ingenti danni: il crollo della parte superiore della facciata della chiesa di Sant’Angelo, diverse decine alberi divelti dalla furia del vento (fra cui tutti quelli di piazza Giovanni XXIII) e danni alle auto e ad alcune attività commerciali. Fortunatamente non si registrarono vittime o feriti gravi.
A distanza di un anno, si è ancora in attesa che partano i lavori per ripristinare le aree più colpite: la chiesa di Sant’Angelo è ancora ingabbiata con impalcature e transenne di protezione (le funzioni religiose sono celebrate in un vicino locale della parrocchia); piazza Giovanni XXIII è nello stato di abbandono più totale, poiché anche le protezioni che avrebbero dovuto impedire l’accesso dei pedoni sono state divelte.
Nulla si sa sui tempi di restauro della chiesa: crediamo occorra il consolidamento della facciata e del tetto e, in presenza di risorse sufficienti, la ricostruzione del timpano abbattuto dalla tromba d’aria, che si caratterizzava anche per la presenza di due statue. Per piazza Giovanni XXIII, invece, pare sia stato stanziato dalla Regione un contributo come partecipazione agli oneri per i lavori necessari. Certo, la burocrazia condiziona enormemente l’iter di un’opera pubblica, ma, crediamo, in un anno qualcosa si sarebbe dovuto muovere. Almeno l’avvio e l’aggiudicazione della gara d’appalto. Allo stato attuale, non si sa neppure se esista un progetto esecutivo e pertanto non si conoscono i tempi necessari per aprire il cantiere.
Invece sinora, al netto delle tante passerelle compiute dai politici nei giorni seguenti e a qualche promessa d’intervento, nulla o quasi è stato fatto, se non gli interventi più urgenti, eseguiti anche grazie all’infaticabile lavoro dei vigili del fuoco. Alcune delle imprese private locali, reclutate per i primissimi interventi di messa in sicurezza delle principali arterie interessate dalla tromba d’aria, attendono ancora il saldo delle fatture presentate. Altre hanno ricevuto i soldi pochi giorni fa.
Per non parlare, poi, dei danni provocati alle abitazioni e alle aziende private: tantissime furono allagate dalla bomba d’acqua. La forza del vento, invece, provocò il crollo di svariati muri di recinzione, mentre vetrine e saracinesche dei negozi furono letteralmente divelte.
Un dramma che sconvolse la comunità, del quale, purtroppo, sono presenti ancora le cicatrici.