martedì 26 novembre 2024


03/11/2019 08:37:36 - Manduria - Attualità

La scuola è per l’accorpamento con il “Morleo”, con la dirigenza a Manduria

«Si all’accorpamento con l’istituto “Morleo”, con la dirigenza che resta a Manduria, no deciso e secco allo smembramento della scuola e alla sua soppressione».

Il Consiglio d’Istituto dell’istituto comprensivo “Don Bosco” di Manduria si è pronunciato, con fermezza, sulle ipotesi circolate negli ultimi giorni, prese in considerazione per il piano regionale di dimensionamento scolastico e della programmazione dell’offerta formativa, che dovrà essere varato entro il 10 dicembre prossimo. Dirigenza, corpo docente e genitori hanno dichiarato la loro netta contrarietà ad una delle richieste che sarebbe partita da Avetrana: l’annessione della scuola primaria all’istituto “Morleo” e, poi, la fusione della scuola media con uno degli altri due istituti comprensivi di Manduria (il “Michele Greco” o il “Francesco Prudenzano”). In altre parole, la scuola manduriana sarebbe, in tal caso, destinata a scomparire come istituzione, ad oltre mezzo secolo dalla fondazione. Resterebbero attivi i vari plessi, che dipenderebbero, però, da altre scuole.

Sembra che il Consiglio d’Istituto abbia condiviso quella che è la proposta contenuta nella bozza del piano regionale di dimensionamento scolastico e della programmazione dell’offerta formativa: l’accorpamento delle due scuole.

«Poiché l’istituto comprensivo “Morleo” è già sottodimensionato a partire da quest’anno scolastico, mentre l’istituto comprensivo “Don Bosco” conta un numero di alunni, seppur di poco, superiore al tetto minimo, è giusto che, in questa fusione, venga sancito che la dirigenza resti a Manduria».

Posizione, indubbiamente, più ragionevole rispetto a quella paventata da Avetrana. Posizione che, però, andava deliberata entro il 25 ottobre (il Consiglio d’Istituto si è riunito il 30 di ottobre).

L’iter ora prevede che anche i Comuni, in questo caso quelli di Manduria e di Avetrana, si esprimano su questa vicenda: dovranno deliberare entro il 10 novembre prossimo. Non è difficile immaginare che gli enti locali possano sostenere le posizioni espresse dai rispettivi Consigli d’Istituto. Toccherà, quindi, alle Province approntare e trasmettere, entro il 20 novembre, il Piano provinciale. La parola passa quindi all’Ufficio Scolastico Regionale, il quale esprime il proprio parere sui Piani provinciali, entro il 30 novembre, anche sulla base dei vincoli derivanti dalle dotazioni degli organici, del personale dirigenziale, docente e Ata.

Infine la Regione, attraverso la giunta, approverà entro il 10 dicembre il Piano regionale di dimensionamento.

 











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