Tribuna colma come ai vecchi tempi e la vittoria, seppur sofferta, contro una delle compagini meglio attrezzate dell’intero campionato
Il successo di domenica a spese del Sava conferma quanto di buono il Manduria aveva mostrato nei precedenti 9 turni. Dopo la sconfitta, rocambolesca se vogliamo, in quel di Avetrana (due gol annullati e un rigore dapprima concesso e poi negato), i biancoverdi hanno inanellato una serie positiva consecutiva di ben 9 turni. Hanno sempre vinto davanti ai propri tifosi e sono usciti sempre a testa alta da ogni confronto.
I dubbi di chi temeva che i successi potessero essere legati alla poco consistenza degli avversari sono svaniti negli ultimi 180 minuti di campionato. Ad Ostuni, con la squadra in 10 dalla mezzora del primo tempo, il Manduria ha retto alla forza d’urto dei brindisini sino a 3 minuti dal termine. Poi l’arbitro ha concesso il rigore del pareggio all’Ostuni e, non pago, ha estratto altri due cartellini rossi all’indirizzo dei calciatori del club biancoverde.
Un pareggio, insomma, che è risultato stretto al Manduria per quanto visto in campo. Anche se su quel campo tante big hanno lasciato le penne.
La prova del 9 l’altro ieri, nel confronto con il Sava. Un confronto impari, almeno sulla carta. Il Manduria senza tre pedine fermate dal giudice sportivo (Danese, Conte e Zaccaria), con Riezzo non al meglio della condizione (ad Ostuni era stato costretto a lasciare il campo già nel primo tempo) e con capitan Calò che rientrava in squadra dopo quasi due mesi (è stato fermato, in avvio di campionato, da un problema muscolare). Di fronte, una compagine ricca di tecnica ed esperienza, con una panchina (quella vista al “Dimitri”), composta da calciatori che sarebbero titolari in ogni altra squadra di Promozione e, qualcuno, anche di Eccellenza. Sulla panchina biancoverde, invece, oltre al portiere Anastasia, tre soli elementi esperti (Erario, Colluto e Mero) e un nugolo di juniores.
A far la differenza, nel confronto, il cuore della squadra biancoverde. Sugli scudi un ottimo Birtolo, che con la maglia biancoverde sembra aver ritrovato la giovinezza. Ma se Birtolo ha creato, De Marco ha conservato… Un plauso, però, va rivolto a tutti gli altri “gladiatori”, che hanno lottato e difeso il vantaggio sino al 96’, pur avendo giocato quasi un tempo in inferiorità numerica (Nyassi dovrebbe contenere meglio la propria esuberanza agonsitica).
Un plauso va rivolto all’intero staff tecnico della squadra: stanno riuscendo a trarre da questo gruppo il massimo possibile. Proprio come accadde qualche hanno fa in un altro positivo campionato di Promozione.
Lo stesso plauso va indirizzato alla dirigenza: con non poche difficoltà e grazie all’aiuto, decisivo di non pochi sponsor, sta riportando il calcio manduriano ad un livello più consono: dalla Prima Categoria (in cui era sprofondato), alla Promozione e, ora, ai primi posti di quest’ultimo campionato.
Un aspetto è ancora più importante: a Manduria se desto nuovamente l’interesse per il calcio e per i colori biancoverdi. E’ stato bello ammirare, dopo anni, un’intera tribuna che, dopo il 3-0, si è alzata ad incitare la squadra La presenza del pubblico è l’elemento portante, diremmo le fondamenta, per poi costruire qualcosa di importante.
Queste considerazioni le facciamo dopo la vittoria sul Sava e alla vigilia della difficilissima trasferta di Maglie. Considerazioni che non cambieremo neppure se, nel futuro prossimo, il Manduria andrà incontro (come accade a tutte le squadre) a momenti negativi. Questa squadra è la base. Da quest’organico bisogna ripartire se, dal prossimo campionato, i programmi dovessero essere più ambiziosi. Quest’anno, non dimentichiamolo mai, il traguardo saranno i 40 punti e la salvezza.