«Bisogna trovare soluzioni e anche piuttosto in fretta – spiega Lazzàro -. L’entusiasmo legato all’ottima produzione di quest’anno, sebbene con l’amara eccezione del Salento colpito dalla Xylella, si è già praticamente spento»
Il prezzo dell’olio d’oliva continua inesorabilmente a scendere: meno 20 per cento in un anno. Urge trovare rimedi e per questo motivo venerdì 22 novembre a Roma, nella sede del Ministero per le Politiche Agricole (ore 10), il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro parteciperà all’incontro con il sottosegretario Giuseppe L’Abbate, assieme agli altri rappresentanti dei produttori olivicoli e dei frantoiani pugliesi.
“Bisogna trovare soluzioni e anche piuttosto in fretta – spiega Lazzàro -. L’entusiasmo legato all’ottima produzione di quest’anno, sebbene con l’amara eccezione del Salento colpito dalla Xylella, si è già praticamente spento. Siamo entrati in una crisi di prezzo di cui non vediamo la fine. Anzi – rimarca il presidente di Confagricoltura Puglia – la tendenza continua ad essere marcatamente negativa, giacché nella prima settimana di novembre si registrano già cali delle quotazioni all’origine di tutti gli olii di oliva, compreso l’extra vergine, di oltre il 20 per cento sia rispetto al mese di gennaio 2019 sia nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno”.
L’extravergine, infatti, viaggia a un prezzo medio di 4,29 euro al kg, contro i 5,48 di un anno prima: “Un prezzo – rimarca Lazzàro – che non remunera nemmeno i costi di produzione. In alcune zone del Barese c’è già chi pensa sia più conveniente lasciare le olive sull’albero piuttosto che raccoglierle, a maggior ragione dopo il maltempo e i danni della settimana scorsa”.
Il confronto sui tavoli romani, insomma, arriva in una fase delicatissima: “Abbiamo lanciato l’allarme – conferma Lazzàro – e ora chiediamo che il Ministero ci dia risposte efficaci. La crisi dell’olivicoltura ha tante facce e tutte note: il prezzo basso, la concorrenza del prodotto estero, i fondi europei incagliati, lo strapotere della grande distribuzione. Da L’Abbate, che è pugliese, ci aspettiamo un approccio concreto: non parole ma contenuti, strumenti da mettere in campo prima che sia troppo tardi”.