Il comico barese con la sua solita ironia canta in stile “Celentano” mettendo insieme i luoghi comuni sugli immigrati
Checco Zalone lancia a sorpresa su Facebook la canzone Immigrato come trailer per il film Tolo Tolo. Il comico barese con la sua solita ironia canta in stile “Celentano” mettendo insieme i luoghi comuni sugli immigrati. A fine video, il promemoria per i fan: «Ci vediamo al cinema il 1° gennaio», per l’uscita della sua ultima pellicola girata in Puglia e in Africa.
La giornata di un italiano alle prese con un «immigrato», tra la «mano nera» che tenta di lavare il parabrezza e quegli spiccioli che rischiano via via di “prosciugare il fatturato”, passando per la «sorpresa» finale: “Al mio ritorno/ Ti ritrovo senza permesso nel soggiorno/ Ma mia moglie non è spaventata/ Anzi/ Sembra molto rilassata...”.
Checco Zalone ha scelto di lanciare in un modo tutto suo, irriverente e politicamente scorretto, il suo nuovo, attesissimo, film, Tolo Tolo, in uscita il primo gennaio: un singolo, intitolato appunto “Immigrato”, che mescolando echi di Celentano e Toto Cutugno tocca un nervo scoperto in una società in cui va montando - come ha appena certificato il Censis - una deriva verso l’odio, il razzismo e l’intolleranza nei confronti delle minoranze.
Il videoclip di Immigrato ha fatto immediatamente il giro del web, raccogliendo in 48 ore quasi 2 milioni di visualizzazioni e incassando commenti entusiastici ma anche critiche feroci al re degli incassi del cinema italiano. «Il video “Immigrato” di Checco Zalone è terribile e non fa ridere. C’è poco altro da commentare, nessun bisogno di addentrarsi in analisi di chissà quali sfumature: banale spazzatura per il mercato delle festività», scrive l’associazione di volontariato Baobab.
«Non ho capito se la canzone di Zalone “Immigrato” è fascista e razzista oppure prende in giro chi lo è. O è entrambe le cose, se possibile. Secondo voi?», si legge in un altro tweet.
«Forse CheccoZalone voleva far ridere. Non c’è riuscito, si è solo adeguato ai tempi», riflette un altro utente.
Ma c’è anche chi parla di «capolavoro» e chi, come Antonello Piroso, chiosa sempre su Twitter: «Iscrivere d’ufficio Zalone a un partito/movimento: è un esercizio sterile e pure offensivo (per lui). In un colpo solo, irride sovranisti e cultori del politicamente corretto. Non è di dx nè di sin. E’ oltre».