Maggioranza e minoranza: posizioni contrapposte
Il “peccato originale” dell’Amministrazione Comunale si sarebbe consumato, secondo Pietro Briganti, nella prima seduta della legislatura.
«Già in quella circostanza l’Amministrazione aveva proceduto, con delibera di giunta, alla nomina di tre assessori eletti come consiglieri comunali» ha fatto notare, in Consiglio Comunale, il dott. Briganti. «Avendoli proclamati prima, si era creata una situazione simile a quella dell’ultimo Consiglio: ovvero la maggioranza era rimasta con 15 consiglieri e, quindi, non aveva i numeri per votare la surroga. Da sempre, in tutti i consessi, il surrogante attende nel pubblico che il consesso voti la sua compatibilità e la sua eleggibilità. Subito dopo il presidente del Consiglio chiede se, nel pubblico, è presente il surrogante, che, quindi, ha diritto a sedere sullo scranno. Questa è solo una delle situazioni in cui, a nostro avviso, è stato violato il regolamento che detta i principi sullo svolgimento del Consiglio Comunale. Per noi, quindi, la richiesta di decadenza dalla carica di Gianni Vico è più che motivata. Dopo le feste chiederemo al Prefetto di essere ricevuti: non è più possibile consentire che in quest’aula si possa continuare a calpestare le regole della democrazia».
A Pietro Briganti e ad altri consiglieri della minoranza ha replicato, sempre in Consiglio Comunale, Leonardo Notarnicola.
«Quelle della minoranza sarebbero le sole ed esclusive verità, mentre i riferimenti a pronunciamenti del Consiglio di Stato e ai chiarimenti del Ministero, alla base della nostra posizione, sarebbero solo bugie! E’ incredibile la supponenza della minoranza» ha dichiarato Notarnicola in Consiglio Comunale. «Il segretario comunale ha letto più volte la sentenza del Consiglio di Stato che l’Amministrazione sta rispettando fedelmente. Però, per la minoranza, anche quella sentenza non vale niente. Io credo, invece, che la gente abbia capito qual è il gioco dell’opposizione: fare ostruzionismo affinché non si approvino i provvedimenti che servono per far crescere la città. E, per quel che l’Amministrazione ha fatto sinora, non merita affatto di andare a casa: possono trovarsi delle soluzioni. Non condivido, poi, le accuse mosse da Raimondo al sindaco Massaro: la nomina della Epifani ad assessore è stata decisa dal partito e non dal sindaco. Per quanto riguarda la sfiducia rivolta dalla minoranza al presidente del Consiglio Vico, noi non ci troviamo d’accordo: Vico ha sempre diretto benissimo i lavori del Consiglio Comunale».