Le precisazioni dell’avv. Manuela Orsini, amministratore di sostegno, su diversi aspetti della vita di Mimino
La vecchia abitazione di Cosimo Mandurino, più conosciuto in città con il nomignolo di Mimino Motorino, non è ristrutturabile: l’incendio di alcuni mesi fa ha compromesso le colonne portanti della struttura. In questi mesi, Mimino ha pernottato dapprima nella stanza di un albergo cittadino, poi in una casa presa in fitto e, da non molto, nuovamente in albergo.
Manuela Orsini, amministratore di sostegno nominato dal Tribunale di Taranto, interviene per chiarire alcuni aspetti della vita di Mimino dopo l’incendio, quasi certamente di natura dolosa, che ha semidistrutto la sua abitazione.
«Della situazione di Mimino ci occupiamo congiuntamente, ormai da mesi, io, i servizi sociali del Comune di Manduria, con la collaborazione di don Franco Dinoi» afferma l’avv. Manuela Orsini. Dovendo in primis trovare una soluzione abitativa urgente, è stato consigliato a Mimino di usufruire provvisoriamente presso la stanza di un albergo locale, che ha dato fin da subito la propria disponibilità. Di fronte alle insistenze di Mimino di voler avere una casa in affitto, la scorsa estate gli avevo trovato una casetta in cui ha alloggiato per due mesi.
Non essendo di suo gradimento e rifiutando la proposta di appoggiarsi a qualche struttura, Mimino ha preferito tornare nella stanza d’albergo dove tuttora pernotta».
L’avv. Orsini si sofferma, poi, sulla situazione della sua abitazione.
«Nel frattempo ho fatto valutare a ben due periti, di cui uno nominato dal Tribunale, la casa sita in via Cardinal Ferrara ed entrambi hanno concluso che non vi è alcuna possibilità di ristrutturarla a causa delle gravi lesioni provocate dall’incendio: è necessario demolirla».
Spesso, poi, si ha notizie di raccolte di fondi pro-Mimino.
«Le raccolte fondi che qualche cittadino sta promuovendo in favore di Mimino, con il fine di sistemare l’abitazione di via Cardinal Ferrara, oltretutto senza aver preventivamente consultato il suo amministratore di sostegno che deve dar conto al giudice tutelare in ordine alla gestione di ogni somma messa a disposizione dell’amministrato, sono assolutamente inutili e non autorizzate.
Peraltro, già in passato qualcuno ha autonomamente avviato delle raccolte fondi su iban non attivi, al solo fine di speculare sul disagio di Mimino, il quale è sempre stato all’oscuro di tutto. Tali episodi sono stati già messi al corrente delle forze dell’ordine che stanno indagando.
Tengo poi a precisare che Mimino usufruisce già di una pensione minima, nonché di una piccola somma elargita a titolo di reddito di cittadinanza e non ha problemi di consumazione dei pasti, poiché già si reca quotidianamente alla casa dell’accoglienza. Pertanto l’unico modo per poter contribuire al benessere di Mimino è trovargli una casa in affitto, dare la propria disponibilità a lavargli gli indumenti, offrirgli qualche lavoretto, ma soprattutto evitare speculazioni sulla sua situazione.
Invito chiunque volesse dare un contributo a Mimino ad attenersi a quanto indicato e a non promuovere iniziative autonome, che certamente non gli porterebbero alcun beneficio».