lunedì 25 novembre 2024


08/01/2020 15:07:01 - Manduria - Attualità

L’appello di Alessandro rivolto a tutti i pugliesi che si trovano nel Lazio e che è in attesa del trapianto di midollo osseo

 

Aiutiamo un concittadino che vive e lavora a Roma.

Si chiama Alessandro Vernucci e, da qualche mese, sta combattendo contro una brutta malattia. Già quest’estate furono in tanti a raccogliere il suo appello. Avendo necessità di frequenti trasfusioni, serve dunque del sangue.

La mobilitazione di tantissima gente, però, non è stata funzionale alla causa. Per uno strano accordo fra le regioni, donando in Puglia non si può aiutare un concittadino che vive a Roma.

Questa volta, quindi, Alessandro si rivolge a tutti i pugliesi che vivono nella capitale e nel Lazio. Serve sangue, anche perchè presto dovrebbero esserci delle novità positive per il nostro concittadino.

«Chiunque si trovasse nei dintorni di Roma dal 12 gennaio fino (spero) ai primi di febbraio e avesse un po’ di sangue (o piastrine in eccesso), spero me lo possa donare presso il centro trasfusionale del Policlinico Umberto 1 (specificando che è per Alessandro Vernucci nato il 1/7/81 a Bari sangue di gruppo A pos)» l’appello di Alessandro. «Mi sottoporrò infatti ad un trapianto di midollo osseo a causa del mio problema. Ringrazio tutti gli amici e conoscenti che vorranno aiutarmi (chi lo ha già fatto e chi lo farà per la prima volta) e spero con questa procedura di risolvere il mio problema e poter guarire ed uscire finalmente da questo incubo...

Chi ha un gruppo sanguigno diverso, può donare lo stesso. Poi dal centro trasfusionale manderanno la sacca giusta, insomma c’è una sorta di compensazione.

Ringrazio di cuore tutti!».

Alessandro si sofferma poi sull’intervento che andrà a sconfiggere la sua malattia.

«La procedura alla quale mi sottoporró è un trapianto di cellule staminali eterologhe (cioè da donatore esterno). Si compone di una chemioterapia ablativa molto forte, con lo scopo di portare a zero il midollo, in modo tale da poterci impiantare il tessuto donato. A seguire, se tutto andrà bene e non ci saranno rigetti in fase acuta nei primi 100 giorni, dopo un 30/40 giorni potrò andare a casa.

Spero vivamente di riuscire a prendere a calci questa bestia di malattia questa volta! Voglio tornare a fare il medico e ci riuscirò, ci vorrà del tempo, ma ci riuscirò!».

Serve però la solidarietà di tutti coloro che vivono nei dintorni di Roma.

 











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