Gli esperti: in età di sviluppo l’alcol è devastante anche in piccole quantità
A volte è birra, più spesso rum, vodka, cocktail... È sempre più frequente che al Pronto soccorso arrivino ragazzini che hanno in corpo più bicchieri che anni di vita. Quando va bene straparlano fra nausea e capogiri, barcollano o, nei casi più gravi, sono stesi sulla barella privi di conoscenza, cioè in coma etilico, con rischi di danni neurologici permanenti. Hanno 14, 13, perfino 12 anni. A Bolzano, per dire: fra la mezzanotte del 31 dicembre e le 8 del giorno dopo, all’ospedale San Maurizio sono stati ricoverati nove minorenni per grave abuso di alcol. Fra loro una ragazzina di 12 anni in coma etilico. «Spaventoso», è il commento del primario del Pronto soccorso. «Avevano tassi alcolici fino a cinque volte superiori ai limiti di legge». Che poi: i limiti in questione si riferiscono a persone adulte, non certo a ragazzetti che non sono in grado di metabolizzare nemmeno un bicchiere di vino.
Da Nord a Sud
In Sardegna, sempre pochi giorni fa, è stata una tredicenne a finire in coma etilico, a Cagliari. L’hanno trovata per terra, in stato di incoscienza, circondata da altri coetanei il più sobrio dei quali era quantomeno alticcio. Aveva un anno di più un’altra adolescente soccorsa al Policlinico di Pavia dove è arrivata senza sensi, sempre a capodanno. E ancora: Terni. Coma etilico per tre minorenni di 14, 15 e 16 anni. A Napoli per la prima volta l’arrivo di un nuovo anno è stato salutato con più ricoveri per l’eccesso di alcol che per le ferite da petardi o botti.
E anche stavolta molti sono adolescenti. La responsabile del pronto soccorso del Cardarelli dice che «se in passato vedevamo diverse giovani vittime delle droghe, oggi ce li troviamo qui, ubriachi, dopo una serata in discoteca».
I suoi colleghi di medici di medicina generale sono convinti che a Napoli il binomio alcol-giovanissimi «sotto i 16 anni» sia «ormai una vera emergenza sociale. Ogni fine settimana — dicono — ne arrivano negli ospedali sul filo del coma etilico rischiando perfino di non cavarsela».
La percezione del problema è arrivata chiara anche alle famiglie che tre giorni fa hanno messo in piedi un «Comitato genitori no alcol», gruppo facebook che ha già raccolto centinaia di adesioni. Lo scopo è organizzare ronde o, per dirla con l’avvocato, «controlli all’esterno dei locali: due genitori per ogni locale che ha la fama di vendere alcolici ai minori».
Chi lo fa forse ignora che la legge (art.689 del codice penale) prevede l’arresto e fino a un anno di reclusione.
Fonte: rete