«Le favole e la realtà»
«Per avere evidenziato i disagi per la comunità provocati dall'improvvisa interruzione dell’attività dell’ambulatorio di Otorino dell’ospedale Giannuzzi di Manduria, ed essermi fatto interprete e portavoce delle preoccupazioni degli utenti e dei cittadini, sono stato etichettato come 'detrattore'. Colpevole di aver diffuso una nota in cui mi sono limitato ad elencare una serie di fatti incontrovertibili che purtroppo smentiscono qualsiasi propaganda e narrazione favolistica di un quinquennio, l'ultimo, che si è rivelato disastroso per la sanità pubblica manduriana. Anni in cui l'ospedale di primo livello è stato declassato e ridotto a struttura di base, nonostante il bacino d'utenza considerevole, con conseguente perdita di servizi primari ed essenziali. In cui l'Utic è stata smantellata, insieme ad altri reparti e servizi.
Ignorare o ridimensionare quanto successo, nascondere la polvere sotto il tappeto per paura di perdere consenso a pochi mesi dalle elezioni regionali, non rientra nel mio stile e nel mio modo di esercitare il ruolo conferitomi dai cittadini, gli unici che saranno poi chiamati a giudicare il nostro operato di amministratori. Che può essere esercitato non limitandosi alla presentazione di proposte di legge, ma anche e soprattutto attraverso azioni concrete come la ricerca, da più di un anno, di locali idonei e di un dialogo e confronto continuo e costruttivo con le parti interessate: quanto sta avvenendo da più di un anno per lo spostamento della guardia medica all'interno dell'ospedale Giannuzzi, una battaglia che sto conducendo direttamente dal territorio e non solo dal mio ufficio in Regione.
Spero comunque, per il bene della mia comunità, di poter essere smentito con effetti speciali da parte dell'esecutivo in questi ultimi mesi, e che la sanità manduriana si trasformi da Cenerentola a Principessa: l'interesse e i bisogni dei cittadini vengono prima dei nostri, e da detrattore sarò il primo a complimentarmi con i protagonisti di questa rinascita che stiamo aspettando con trepidazione. Ma temo che non sarà così, e le parole al vento non potranno cambiare una realtà fin troppo evidente».
Luigi Morgante