«Il presidente di AQP dica dove andranno a finire i reflui del depuratore consortile»
«Il signor Di Cagno Abbrescia dovrebbe avere più rispetto non solo del ruolo di manager pubblico che noi cittadini pugliesi gli consentiamo di rivestire con stipendi da capogiro, ma di una persona giovane come Giulia, che certo non ha bisogno di bugie, ma di quella “fiducia” all’interno della quale il Presidente Mattarella sicuramente suggerisce di non …”bere” qualsiasi sciocchezza, soprattutto se pronunciata per approfittare del clamore mediatico sollevato dalla tua iniziativa».
La lettera aperta del presidente di AQP Simeone di Cagno Abbrescia a Giulia, la giovane studentessa dell’istituto comprensivo “Prudenzano” di Manduria, ha provocato le reazioni, soprattutto attraverso i social, di tantissimi ambientalisti della zona. Giulia si era rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per segnalare il rischio che i reflui del costruendo depuratore consortile di Manduria e Sava possano inquinare il mare.
Al presidente di Cagno Abbrescia replica Francesco Di Lauro, presidente dell’associazione “Azzurro Ionio”.
«Cara Giulia, chiedi al signor di Cagno Abbrescia come mai l’invito a visitare i depuratori non è stato rivolto alle decine di migliaia di persone che da dieci anni scendono in piazza per protestare contro un progetto assurdo, quello del depuratore di Urmu, che non ha ancora un progetto di scarico definitivo» scrive in una nota Francesco Di Lauro. «Se è vero che i depuratori non inquinano, chiedi anche la ragione che induce AQP a realizzare condotte di km sott’acqua per disperdere i reflui il più lontano possibile dalla costa. Se non inquinano, come mai AQP è stata ed è tutt’ora sotto processo praticamente in tutti i distretti di Corte d’Appello di Puglia?
Chiedi infine al signor di Cagno Abbrescia dove andranno a finire i reflui di Urmu Belsito, visto che non lo sa nessuno, e come mai si costruiscono con la forza pubblica opere dannose che richiedono decine di km di inutili condotte da Sava al mare, spendendo decine di milioni di euro “al buio”».