lunedì 25 novembre 2024


23/02/2020 09:22:23 - Salento - Attualità

L’esperto: «Nel 50% dei casi il virus si trasmette dando la mano o abbracciando la persona già contagiata»

In questo clima di incertezza sul Covid-19 che sta facendo paura all’Italia l’unica certezza  è che i fatti di queste ore stanno sollevando dubbi su molti punti fermi  fino a ieri considerati tali da mondo scientifico e istituzioni sanitarie. Perché il racconto di come il virus si è propagato nella Bassa sembra smentire quanto fin qui affermato circa la sua improbabile trasmissione da persone asintomatiche, sul periodo  di incubazione, sul fatto che la sua pericolosità fosse limitata a persone anziane e con altre malattie. Dubbi iniziano a sorgere anche sulle sue modalità di trasmissione. «Attraverso goccioline di saliva trasmesse da colpi di tosse e starnuti», si è sempre sostenuto. Salvo scoprire ora che le persone contagiate al bancone di un bar o al tavolo di un ristorante sono entrare in contatto con chi il virus lo portava con se senza tossire o starnutire.

Ma facciamo parlare i fatti e gli uomini di scienza.

Il periodo di incubazione potrebbe essere più lungo di 14 giorni

Se, come sembra, il “paziente 0” di Cologno è il giovane manager rientrato dalla Cina il 21 gennaio e Mattia,  il 38enne ricoverato ora in rianimazione, si sarebbe visto con lui a cena più volte tra il 4 e 5 febbraio, allora sarebbe la riprova che il periodo di incubazione del virus potrebbe essere più lungo dei 14 giorni indicati fino ad oggi da tutti, Oms compreso, come limite massimo e raro, poiché nella larga maggioranza dei casi i disturbi si manifesterebbero dopo già 5 o 6 giorni. Se, al contrario, i contatti tra il “paziente 0” e Mattia fossero avvenuti dopo (e non è escluso, visto che le ricostruzioni sono quelle della moglie perché  lui è intubato e non può parlare) sarebbe invece più lungo dei 14 giorni il tempo tra il contagio degli altri infettati e la manifestazione dei sintomi. E che sia così non lo conferma uno qualunque, ma Walter Ricciardi, componente dell’executive board dell’Oms e massimo esperto di epidemiologia e sanità pubblica. Anche se, precisa, «sono casi rari, che non penso rendano opportuno prolungare oltre i 14 giorni il periodo di quarantena per le persone a rischio di contagio».

Gli asintomatici posso trasmettere il virus anche innestando una carica virale alta

Fino ad ora la trasmissione del virus da parte di asintomatici era ritenuto un evento raro. E che ancora più raramente poteva provocare danni seri alla persona contagiata perché la carica virale di chi è senza sintomi, da quel che si è sempre detto, è bassa. Ma il presunto “paziente 0” non era sintomatico, e a guardare le gravi condizioni in cui versa Mattia e il numero di persone da lui contagiate si direbbe tutto il contrario. A rafforzare i dubbi arriva anche uno studio cinese pubblicato nella prestigiosa rivista “New England of Medicine Journal”.  «I pazienti ammalatisi con il virus monitorati dallo studio –spiega il virologo Roberto Burioni- stavano ancora relativamente bene pur avendo livelli già elevati di virus nelle prime vie respiratorie. E questo è un dato drammaticamente diverso rispetto alla Sars, dove il picco virale si raggiungeva dopo 10 giorni dai primi sintomi, quando il paziente stava già molto male e spesso in rianimazione, dove non poteva trasmettere a nessuno l’infezione se non ai sanitari. Ma l’altro aspetto che emerge è che anche il soggetto asintomatico aveva livelli di virus nel naso e nella gola analoghi a chi i sintomi li aveva».. Conclusione: «lo studio dimostra senza ombra di dubbio che anche chi non ha sintomi può trasmettere l’infezione e l’unico modo per evitarlo è mettere in quarantena chi ha avuto contatti con le aree a rischio».

Il virus potrebbe trasmettersi anche non solo attraverso starnuti e tosse

«La trasmissione del virus può verificarsi solo con contatti prolungati e a distanza non superiore a due metri con persone che trasmettano goccioline di saliva attraverso starnuti o colpi di tosse». Anche questo è stato un mantra fino a ieri. Ma la diffusione del virus nel  lodigiano inizia a far sollevare dei dubbi.  E anche qui a sollevarli sono i fatti. Mattia è ancora in forze quando va a correre con il suo amico che contrae il virus e poi, senza sintomi, va al bar dei genitori, dove in un colpo solo contagia tre anziani avventori. Dalle prime ricostruzioni non ha tossito ne starnutito. Non se ne stupisce Ricciardi che spiega: «nel 50% dei casi il virus si trasmette dando la mano o abbracciando la persona già contagiata, che magari senza starnutire o tossire si è passata prima una mano sul naso o in bocca». Per cui la raccomandazione è sempre la stessa: “lavarsi spesso e bene le mani”.

L’aggressività del virus in Italia è il segnale che sta mutando?

«No perché le mutazioni richiedono mesi se non anni», afferma senza ombra di dubbio Ricciardi. Come spiegare allora il fatto che, nel giro di 24 ore abbiamo 46 casi certificati, due morti e più di un paziente grave?  «Il tasso di letalità –spiega sempre Ricciardi- è in questo momento superiore a quello della provincia dell’Hubei, fulcro dell’epidemia. Ma è comunque medio-basso rapportato a quello di altre epidemie, come la Sars. Ma è invece alto in termini di contagiosità. Noi in Europa stiamo ora studiando da vicino il virus. Fino ad oggi ci siamo basati sui dati cinesi che sono da prendere con le molle». Come dire che dobbiamo attrezzarci a fronteggiare un nemico più insidioso di quel che sembrasse prima di sbarcare a casa nostra.











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