E che chiacchiere !!!!
Pancia mia fatti capanna....recita un antico proverbio, e aggiungiamo noi, prima che la Quaresima imponga il suo clima di austerity e prima che le Sacre Ceneri ci ricordino che siamo di passaggio. Nel frattempo, italiche genti all’attacco!!
E mentre i bambini si lasciano distrarre dai festoni e dalle maschere dei carri allegorici, noi adulti lasciamoci prendere per la gola cedendo senza opporre resistenza alcuna non dai costumi ma dalla cucina del Carnevale. Da Bolzano a Marsala che trionfo di gusti, sapori e ricette! Che uniscono democraticamente lo stivale europeo più di tante leggi messe insieme, contribuendo a quel sollazzo generale di cui la festa più attesa diviene un apologo al contrario di esaltazione dell’eccesso.
Ancora una volta i Romani la fanno da padroni, buongustai raffinati in fatto di ricette tramandate per il periodo, con qualche breve sosta nel Rinascimento, in cui le spezie rendono marcatamente trasgressivo il rapporto fisico con il cibo. Et voilà: les jeux sont faits. Ecco una goduria di piatto da servire a Carnevale che gli inconsapevoli antenati ci hanno lasciato. Una pasta per lasagne meno spessa: le chiacchiere o chiacchere, lingue di pasta di vario spessore, vera e propria gioia per il palato e per i sensi. Solo pochi ingredienti: farina, zucchero, uova, burro, sale, vanillina, lievito per dolci, scorza di limone grattugiato, zucchero a velo, vino bianco o vin santo, marsala o liquore, olio per friggere e tutte le variazioni sul tema che condensano secoli di storia culinaria di una cucina nostrana in cui la fantasia no ha confini e che fanno dell’Italia uno straordinario libro di ricette a cielo aperto invidiato dal mondo intero.
Che siano cenci, chiacchiere, frappe, grostoli, sfrappole, galani, lattughe o bugie, cotti al forno o fritti, dorati o ben cotti, poco importa! Non esiste concorrenza tra le signore della nostra penisola, cuoche esperte e custodi di segreti dell’alchimia di ingredienti molto più che comuni ma fatti dosare a puntino al di là di ogni conoscenza volutamente scientifica, poiché è noto l’esperienza rompe sempre la scienza. Il clima, la bontà delle materie prime, il terreno, una buona dose di superstizioni miste a leggende ed a miti, condite con quel pizzico di misticismo che ci solleva dalle responsabilità di un abuso di sostanze stupefacenti per bontà, fanno il resto e la differenza.
Nel ricordare a tutti perciò che a Carnevale ogni scherzo vale, si fa per dire, almeno per questa settimana in cui grasso è meglio, facciamo incetta di chiacchiere sapendo che non avrà a dolersene nessuno.
Buon appetito !!!!
Mimmo Palummieri