«Anche io ho avuto l’istinto di tornare in Puglia da Bologna. Ma è il momento di richiamare tutta la nostra razionalità, di fermarci per quanto possibile, di limitare i contatti, di non spostarci in massa verso il sud»
Io l’istinto di tornarmene in Puglia l’ho avuto, la scorsa settimana. Più che altro per la paura che questo virus si propagasse in fretta anche lì mettendo letteralmente in subbuglio i nostri ospedali e non potessi così essere di aiuto alla mia famiglia, per qualsiasi evenienza. È stato un pensiero costante, l’idea di star lontana dalla parte più "fragile" dei miei affetti mi fa diventare matta.
Come sempre, del resto, ma questa emergenza sta amplificando la sensazione di essere spaccata a metà. Desideravo semplicemente avvicinarmi a loro, essere utile nei momenti più difficili, come lo ero prima di andarmene. Niente di più, niente di meno. Poi ho pensato che ultimamente ho preso un numero considerevole di treni e sono stata in contatto con tante persone, qui su al nord e che precipitarmi verso Manduria non sarebbe stata una grande mossa per una serie lunghissima di fattori. Ancora adesso un po' fremo, e vedere tutte le persone che stanno cercando di raggiungere il sud da Milano mi agita ancora di più: il panico ci muove, le notizie confuse, discordanti, date a metà ci gettano nello sconforto, l’istinto di tornarsene a casa per paura, per non restare da soli è fortissimo (non tutti hanno una rete forte di supporto, quassù).
Le situazioni sono tante e complesse, ma è il momento di richiamare tutta la nostra razionalità, di fermarci per quanto possibile, di limitare i contatti, di non spostarci in massa verso il sud. Lo so, è difficile. Cavoli, se è difficile. Ma è l'unica mossa da fare, la più intuitiva, anche.
Se davvero amate il sud, statevene al nord. Che poi per la parmigiana della nonna e le purpette senza aglio che fanno solo per te, c’è tempo.
Giulia Lonoce