«Ci sono casi, e ne citiamo alcuni, come Corato, Castellaneta, Martina Franca e Francavilla Fontana, dove i posti letto di terapia intensiva previsti dal Piano Ospedaliero non esistono. Parliamo di una buona parte di posti letto di rianimazione che, nonostante siano stati previsti da molto tempo, non sono mai stati attivati»
«Il nostro auspicio, chiaramente, è che la Puglia non debba mai trovarsi in emergenza sanitaria a causa di un diffondersi del Coronavirus come è accaduto in Lombardia o in Veneto» afferma l’eurodeputato pugliese Raffaele Fitto. «Per questo affrontiamo l’argomento con serietà e lucidità, partendo, come sono solito fare, innanzitutto dai numeri: l’ultimo Piano di Riordino ospedaliero della Puglia prevede 363 posti letto di terapia intensiva, dei quali 111 sono di strutture private ed enti ecclesiastici, quindi parzialmente utilizzabili o perché dedicati o perché non ancora attivati. Una premessa, quella appena fatta, utile perché in una fase come questa, dove si stanno sprecando molte parole e si producono pochi fatti, è necessario - senza fare polemiche - collaborare tutti, magari dando qualche suggerimento utile a chi in questo momento è chiamato a gestire l’emergenza in Puglia ed assumere determinazioni conseguenti.
Il presidente-assessore alla Sanità, Michele Emiliano, ieri ha dichiarato che ‘Il sistema della Regione Puglia alla fine di questa settimana avrà 209 posti in terapia intensiva, dedicati esclusivamente all’emergenza Covid’.
È attendibile? Certo è auspicabile, ma è il momento della responsabilità e non degli annunci.
Il numero totale dei posti letto in rianimazione, sulla carta, è di 363, ma oltre quelli delle strutture private già difficilmente utilizzabili, almeno il 70-80% deve essere utilizzato per garantire un servizio ordinario quotidiano, diversamente diventa già difficile far fronte alle normali attività in presenza di patologie tempo dipendenti (come infarto e ictus) che hanno urgenza di trattamento e necessitano di posti di terapia intensiva sempre a disposizione. Non solo, ma ci sono casi, e ne citiamo alcuni, come Corato, Castellaneta, Martina Franca e Francavilla Fontana dove i posti letto di terapia intensiva previsti dal Piano Ospedaliero non esistono. Parliamo di una buona parte di posti letto di rianimazione che, nonostante siano stati previsti da molto tempo, non sono mai stati attivati.
La Regione Lombardia, in soli 15 giorni, ha istituito 223 posti letto in più (oltre i 724 già funzionanti). E allora, un consiglio: si attivino innanzitutto con urgenza i posti letto ‘ordinari’ previsti da diverso tempo, sia per affrontare l'emergenza Covid sia per continuare ad affrontare le necessità assistenziali di rianimazione e terapia intensiva derivanti da altre patologie non determinate dal Covid.
La collaborazione leale non può che nascere dalla conoscenza vera della situazione attuale e da uno scambio trasparente d’informazioni».