Ai gestori dei centri diurni per disabili, la Regione Puglia lascia, di fatto, la responsabilità di decidere sulla chiusura di quelle strutture che ospitano quotidianamente decine di ragazzi affetti da disabilità motorie e cognitive
Il coordinatore dei Centri diurni di Galatina, Galatone, Sannicola e del Centro diurno Panta Kalà di Martano, Cesare Caracuta, ha inviato al Prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta, la richiesta per un incontro urgente.
Si ritiene, infatti, inammissibile che ancora una volta siano i più deboli a dover pagare. Anche in questo caso è stata “dimenticata” quella parte della società che avrebbe dovuto avere maggiori tutele da parte delle istituzioni. E invece, eccoli qui: i centri diurni si trovano in un limbo, gettati dal D.P.C.M. del 9 marzo scorso che ha decretato esteso la “zona rossa” in tutta Italia, il provvedimento emanato per contenere la diffusione dell’epidemia da coronavirus.
Ai gestori dei centri diurni per disabili, la Regione Puglia lascia, di fatto, la responsabilità di decidere sulla chiusura di quelle strutture che ospitano quotidianamente decine di ragazzi affetti da disabilità motorie e cognitive. Disposizioni poco chiare e una Regione che passa la palla, ha lasciato ai gestori dei centri diurni socio-sanitari e assistenziali responsabilità enormi a cui far fronte: responsabilità che riguardano la vita dei più deboli.
A differenza di quanto accade in Veneto, in Emilia Romagna ed in Lombardia, dove le Regioni hanno decretato la chiusura dei centri diurni, per i rischi correlati all’emergenza sanitaria, dalla Regione Puglia è arrivata la circolare esplicativa che invita a rimanere aperti con l’obbligo di rispettare le norme del D.P.C.M. nazionale per garantire la salute degli utenti disabili.
«Viene tutto demandato a noi. Siamo noi che dobbiamo prenderci la responsabilità di decidere se tenere aperto o chiudere».
I disabili sono spesso anche tra le persone più immunodepresse per svariate ragioni, e talvolta non sono nemmeno in grado di mettere in pratica le norme igieniche da tutti invocate.
Il problema è serio e urgente e riguarda due aspetti:
· da un lato, la questione che riguarda i dipendenti, in quanto “se è il datore di lavoro a decidere di chiudere non possono accedere agli ammortizzatori sociali”;
· dall’altro, il dramma dei ragazzi che vivono la loro disabilità con compromissione delle autonomie di base che non permette di applicare le distanze sociali previste dal Decreto.
Perché il decreto del 9 Marzo 2020 emanato dal Presidente del Consiglio “IO RESTO A CASA” non viene recepito dalla Regione Puglia?».
Coordinamento Centri Diurni
Cesare Caracuta