La possibilità che il virus si trasmetta attraverso oggetti «è altamente improbabile», lo ha detto Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità
La possibilità che il coronavirus si trasmetta attraverso gli oggetti, compresi i cibi confezionati, «è una possibilità che non possiamo escludere ma che è altamente improbabile». Così il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro ha risposto ai cronisti in conferenza stampa alla Protezione Civile sottolineando che il problema è quello di «garantire sempre un'igiene adeguata» delle mani e delle superfici.
La resistenza sulle superfici
I dati, ha spiegato, «mostrano come il virus può sopravvivere da qualche ora a qualche giorno laddove su queste superfici rimangano completamente protetti o non vengano esposti a pulizia a opere di disinfezione o a fenomeni naturali come sole e pioggia. Ma sappiamo anche che è molto sensibile ai disinfettanti a base di cloro e alcol e che si trasmette attraverso droplet o contatto attraverso mano».
Dunque, ha concluso, «il miglior modo è lavarsi frequentemente e in maniera corretta le mani. Accanto ad un'igiene personale è importante igiene dell'ambiente: in alcuni luoghi privati possiamo farlo in maniera sistematica, in altri pubblici un po' meno e allora la miglior prevenzione è di lavarci le mani in maniera corretta».
L’uso dei disinfettanti
L'utilizzo di semplici disinfettanti è in grado di uccidere il virus annullando la sua capacità di infettare le persone, per esempio disinfettanti contenenti alcol (etanolo) al 75% o a base di cloro all'1% (candeggina). «Ricorda - sottolinea l’Iss nel suo sito informativo sul virus - di disinfettare sempre gli oggetti che usi frequentemente (il tuo telefono cellulare, gli auricolari o un microfono) con un panno inumidito con prodotti a base di alcol o candeggina (tenendo conto delle indicazioni fornite dal produttore)».
L’esperimento americano
Nei giorni scorsi, un esperimento preliminare realizzato da ricercatori americani di Princeton, Ucla e dal National Institutes of Health aveva confermato che il Covid-19 può resistere fino a 3 giorni su superfici come plastica e acciaio, fino a 24 ore sul cartone e fino a 4 ore sul rame. Nella seconda parte dell’esperimento, gli studiosi hanno spruzzato il virus in un ambiente chiuso e hanno verificato che può restare nell’aria fino a tre ore dopo. Dylan Morris, studioso di Princeton, ha però precisato che le prove di laboratorio non necessariamente coincidono con la realtà poiché ad esempio, in caso di tosse o starnuto, le particelle sono abbastanza pesanti da finire generalmente al suolo.
Però, secondo gli autori dello studio, questa “vitalità” non spiega l'enorme diffusione del nuovo coronavirus, rispetto al “cugino” che ha causato l'epidemia di Sars nel 2003. Risultati simili erano infatti stati ottenuti anche allora.
I risultati non sono stati ancora esaminati da altri scienziati e sono stati pubblicati in un sito in cui i ricercatori possono condividere rapidamente il loro lavoro prima della pubblicazione.
Il fatto che il virus possa resistere così a lungo sulle superfici, ha spiegato il virologo Roberto Burioni, «significa solo che c'è il virus, perché dati sulla trasmissibilità attraverso il contatto con una superficie contaminata non sono disponibili per il coronavirus. La notizia buona è che i coronavirus sono molto facili da inattivare. Basta la candeggina diluita, l'alcool e i gel disinfettanti a base di alcool».