I tamponi si fanno solamente ai soggetti sintomatici e alle persone che hanno avuto contatti con pazienti positivi
In questi giorni dove nessuna zona d'Italia appare al sicuro dal coronavirus sono in molti a domandarsi quando sia possibile fare il test per individuare un possibile contagio. Ma dove e come si fa?
Soggetti sintomatici
Dal 26 febbraio i tamponi si fanno solamente ai soggetti sintomatici e alle persone che hanno avuto contatti con pazienti positivi. Il test si esegue nei laboratori del Servizio sanitario nazionale attivi in tutte le Regioni o a domicilio. È al medico di base, però, che bisogna rivolgersi in caso di dubbi senza andare in ospedale: i medici hanno una scheda di triage con delle domande da porre ai pazienti per fare una prima valutazione e saranno loro a fornire le istruzioni necessarie, compresa la possibilità di eseguire il tampone. E mentre il presidente del Veneto, Luca Zaia, preoccupato della rapida evoluzione dei focolai sta pensando di effettuare tamponi su tutta la popolazione residente, il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ribadisce che «bisogna essere coordinati, le raccomandazioni restano quelle espresse a livello internazionale dall'Oms». Ovvero di non fare test a tappeto ma solo ai sintomatici (problemi respiratori e febbre) o con storia a rischio.
Come funziona
Nel caso, comunque, il tampone sia ritenuto necessario, si procede con il test utilizzando un piccolo bastoncino, simile a un lungo cotton fioc: il medico lo introduce manualmente nella faringe e preleva un campione di muco e saliva presenti naturalmente nella gola. Il bastoncino viene poi immerso in un gel conservativo e inviato al laboratorio per l'analisi. Altri tipi di campioni che è possibile prelevare sono quelli nasali e quelli delle vie aeree.
I numeri
Alla data del 15 marzo sono stati effettuati in tutta Italia circa 125mila tamponi individuando 25mila casi positivi totali (compresi decessi e guariti), rispetto ai 4.324 eseguiti il 24 febbraio e 86.011 il 12 marzo. In Lombardia ne sono stati effettuati oltre 40mila, in Emilia Romagna 12mila e in Veneto 32mila. Al Sud è la Sicilia la regione con il maggior numero di test (oltre 2.400), seguita da Campania (2.213) e Puglia (2.013). Nel Lazio i tamponi eseguiti sono 8.345. Un'accelerazione brusca che sta mettendo sotto pressione i laboratori, ormai aperti 24 ore su 24 e che sta spingendo la ricerca verso soluzioni innovative e più veloci. Una di queste potrebbe arrivare da Diasorin, azienda italiana attiva nella diagnostica, che ha annunciato il lancio entro fine marzo di un test in grado di identificare il virus solamente in un'ora.
Tempi per la risposta
Il materiale per il tampone faringeo ha un costo limitato, circa 1 euro, e l'intera procedura di analisi è a carico del Servizio sanitario nazionale. I tempi di risposta per l'esito del test, attualmente, sono tra le 4 e le 6 ore con una percentuale molto bassa di falsi positivi (1-4%). I protocolli di sicurezza, tuttavia, raccomandano una seconda esecuzione del tampone. La conferma definitiva di Covid-19 viene però unicamente dai laboratori dell'Istituto superiore di sanità.