lunedì 25 novembre 2024


17/03/2020 18:17:17 - Manduria - Attualità

Il messaggio di una nostra lettrice: « Preferiscono indossare una, dieci, cento maschere e non mascherine»

 

«Da questa storia chiamata vita, non COVID 19, ho finalmente imparato che non a tutti sta a cuore il bene dell’umanità e a qualcuno nemmeno quello dei propri figli. Abbiamo visto bene come siamo tutti interdipendenti; adesso più che mai la nostra salute dipende dal comportamento dell’altro.

Il messaggio è pacifico, non sta a giudicare nessuno, perché in questo momento non c’è nessuno da giudicare. Intanto per dare voce a tutti, giacché in quest’ultimo periodo passano tante ipotesi, vi dico che se siamo stati cavie di un esperimento ora qualcuno può solo essere soddisfatto di aver raggiunto il suo intento. Se è stato un incidente della natura c’è ne faremo una ragione. La storia c’insegna che parecchie volte il genere umano ha combattuto contro le epidemie. Del resto la terra stessa e gli animali sono continuamente depredati dal nostro incivile modo di vivere e non dicono niente; alcuni addirittura si estinguono. Riportando l’attenzione sugli uomini e sui presunti impicci. Sottolineo che se una parte dell’umanità desidera ancora disumanizzarsi, che si facesse un regolare referendum in modo tale che quelli a favore se ne vadano a stare da una parte del pianeta o meglio fuori dall’orbita terrestre a governarsi come meglio credano anziché imporre sporchi giochi di potere.

Quelli come noi preferiscono le spiagge, seppur deserte, ma che siano pulite e accessibili. Preferiscono i boschi, i parchi le pinete, anche se vuote e desolate, ma che siano sempre il nostro polmone più attivo. Scelgono le piazze vuote ma pacifiche e sapere che i propri cari siano al sicuro, non altrove. Preferiscono indossare una, dieci, cento maschere e non mascherine.

E se nessun eroe di questo tempo vorrà difendere i nostri sacrosanti diritti, lo faremo noi con le nostre azioni pacifiche.

Oggi più che mai siamo uniti da un fine che si chiama tutela della salute. Se questa come la definiscono i media è una guerra, l’umanità quella fatta dal popolo non ammette guerre economiche, che solo a poche autorità sembrano necessarie. Allora che il nostro capo di Stato e di Governo, d’ora in poi, prima di scendere a patti con altre nazioni, ricordino di essere ITALIANI e ci tutelino, permettendo finalmente alle migliori menti di adoperarsi per la tanto auspicata crescita della Nazione. Iniziando a considerare il benessere in termini di felicità e salute mentale. Ora di tutta questa incertezza di una cosa possiamo stare certi che nessuno può togliere l’ITALIA agli ITALIANI, né privarci del nostro sapere, né delle nostre bellezze paesaggistiche-artistico-culturali. Nessuno!

Come voi, io amo la mia regione, il mio paese. Da questa storia ho imparato che mia madre si chiama ITALIA. Dunque in quest’attesa carichiamoci di pazienza e rispettiamoci salvandoci la vita, perché la nostra storia è ancora molto lunga e ha bisogno di tutti noi».

 

Un abbraccio fraterno.

Francesca Melle











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