lunedì 25 novembre 2024


18/03/2020 10:59:17 - Salento - Attualità

Ad Aosta e Bari si indaga per epidemia colposa aggravata

 

Picnic in famiglia, parrucchiere fuori legge, amore in auto, vendita abusiva delle mascherine in strada: c’è di tutto nelle denunce delle forze dell’ordine di tutta Italia nei confronti di chi non si attiene alle regole stabilite dal governo nel decreto

Ancora denunce, tante, per gli italiani che violano le disposizioni del governo per combattere il diffondersi del coronavirus: nella sola giornata di lunedì 16 marzo, infatti, sono stati 8mila coloro che sono stati segnalati dalle forze dell’ordine. Ma c’è anche chi ha fatto peggio, non comunicando i propri spostamenti a rischio prima di sottoporsi a interventi chirurgici. È successo ad Aosta e a Bari. Risultato: medici contagiati e procura che indaga per epidemia colposa aggravata.

L’esercito di chi non rispetta le regole e le scuse più strane

Picnic in famiglia, parrucchiere fuori legge, amore in auto, vendita abusiva delle mascherine in strada: c’è di tutto nelle denunce delle forze dell’ordine di tutta Italia nei confronti di chi non si attiene alle regole stabilite dal governo nel decreto dell’8 marzo scorso. Il rispetto delle norme e delle restrizioni chiama in causa anche i sindaci delle principali città italiane che in questi giorni si stanno spendendo in prima persona per richiamare i propri concittadini a stare in casa. Un allarme, in particolare, arriva da Marco Potì, primo cittadino di Melendugno, comune del Leccese, che ha segnalato alle autorità e alla magistratura il rischio contagio nel cantiere Tap. Lì, sostiene, ci sarebbero molti lavoratori, alcuni dei quali provenienti anche dalle zone rosse, sprovvisti di mascherine e materiale di protezione.

I sequestri della Guardia di finanza di tutta Italia

Ma intanto le denunce continuano a fioccare in ogni angolo d’Italia per comportamenti ormai non più tollerati dalle forze dell’ordine. E’ il caso delle 12 persone fermate dai carabinieri durante un picnic in un parco di Napoli, con tanto di sedie e tavolini. “Avevamo bisogno di prendere un po’ d’aria”, la loro giustificazione ai militari. Non ha resistito alla tentazione una coppia nel Milanese che si è appartata in auto. Un episodio notato da una pattuglia dei carabinieri che li ha denunciati per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. In cinque, invece, sono stati sanzionati per aver tenuto aperto il negozio di parrucchiere a Bologna. Si tratta di un dipendente e di quattro clienti. Il negozio è stato chiuso ed è partita anche la segnalazione alla Prefettura per la futura sospensione dell’attività. Innumerevoli, invece, i casi di mascherine vendute con rincari anche di oltre il 1.000% o non conformi alla normativa. Dall’inizio dell’epidemia la Guardia di Finanza ha effettuato oltre 60mila sequestri. L’ultimo oggi in una ditta di pompe funebri nel Palermitano, dove i titolari vendevano mascherine artigianali completamente fuori legge e prive del marchio CE. Un farmacista, nella zona di Chiaia, a Napoli, è stato denunciato per aver speculato sui prezzi di gel e mascherine. A Bologna, invece, un gruppo di ragazzi è stato denunciato dopo essere uscito di casa per andare a fare una partita di pallone fra amici. Sanzione anche ad un pensionato che stava assistendo al match.











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