Oltre 46mila insegnanti e famiglie in difficoltà con i dispositivi informatici. Dalla maturità alle previsioni sulla riapertura: tutto quello che per il momento si sa sull’anno scolastico all’epoca del coronavirus
Il ritorno a scuola. In base alle direttive del governo dovrebbe avvenire il 3 aprile, ma è una data su cui si sta iniziando a discutere. Il governatore della Regione Veneto Luca Zaia ha chiesto un rinvio durante la trasmissione Porta a Porta. Il picco di morti e ricoveri in terapia intensiva per il coronavirus è atteso per il 15 aprile quindi ritiene «utile cominciare a ragionare che il 3 aprile mandare i ragazzi a scuola sia rischioso». Nessuna risposta ufficiale da parte della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ma nemmeno promesse o previsioni che in questo momento sono impossibili: «Le scuole riapriranno quando avremo la certezza che il quadro epidemiologico dell'Italia ci permetterà di mandare i nostri studenti a scuola nella massima sicurezza», ha spiegato durante un’intervista a Di Martedì, programma di Giovanni Floris su La7. La riapertura il 3 aprile? «Ce lo diranno le autorità sanitarie», ha risposto la ministra.
Esame di maturità. Anche in questo caso gli scenari sono ancora tutti da definire. «E’ uno degli aspetti più delicati – sostiene la ministra - Io sto prospettando al ministero dell’Istruzione diversi scenari in base a quando le scuole si riapriranno. L’esame sarà serio ma terrà in considerazione il momento di emergenza che stiamo vivendo, nelle prossime settimane daremo informazioni. Sarà tarato sulla base degli apprendimenti che gli studenti avranno raggiunto». Gli studenti però chiedono certezze per potersi preparare. Con una petizione pubblicata su change.org si invocano provvedimenti immediati «in modo tale da darci un idea almeno qualche mese prima di quello che affronteremo». E si chiede la riduzione degli argomenti da trattare all'esame, la Commissione interna per l'orale e l'annullamento degli scritti, anche per evitare l'affollamento nelle aule. In una seconda petizione si chiede di cancellare del tutto l’esame per quest’anno anche «molti di noi avranno anche una sfilza di test d'ingresso per le università rimandati a settembre».
Allungamento dell’anno scolastico. Per il momento è un’ipotesi che al Miur non prendono in considerazione. «Ci sono studenti e docenti che stanno facendo più di quello che facevano in classe, quindi io direi che l'anno scolastico né si allungherà, né altro. Perché c'è una comunità educante che sta dando un bellissimo esempio al Paese».
Il 6 politico. «Abbiamo attivato un monitoraggio sulla didattica a distanza e i dati sono molto confortanti Non darei per scontato che si perdano ore. Ho invitato gli studenti a studiare e ad essere responsabili, seri e rigorosi. Non parlerei quindi del 6 politico», sottolinea la ministra Azzolina.
Invalsi e alternanza scuola-lavoro. Fanno parte dei requisiti per l’ammissione alla maturità ma le prove Invalsi sono state rinviate e un gran numero di ore di alternanza sono state cancellate per la sospensione delle attività didattiche. Si attendono decisioni ma è molto probabile che alla fine si arriverà a una maturità eliminando questi due requisiti per essere ammessi.
Le carenze della didattica a distanza. Più o meno sta funzionando. Sia come elemento necessario di socializzazione che come strumento per andare avanti nei programmi scolastici. Ma in alcune zone d’Italia sta funzionando davvero, in altre è una scommessa ancora tutta da giocare. I problemi da superare restano molti. Dopo i primi giorni di disorientamento l’intero corpo insegnante sta provando a colmare le lacune e a mandare avanti a tutti i costi le lezioni. Ma la buona volontà da sola non basta. Sarebbero necessari assistenti tecnici soprattutto nella scuola primaria, dove il livello di competenze è più basso e dove sono del tutto assenti. «Hanno un ruolo fondamentale: anche da casa, con il lavoro “agile”, possono, in questo momento di didattica sospesa, aiutare le famiglie, gli studenti e gli stessi docenti», ricorda la ministra. Mancano soprattutto gli strumenti informatici. «Sono arrivate richieste per 46.152 tablet da assegnare a famiglie e docenti in difficoltà», afferma Giovanna Boda, capo dipartimento del Miur per il sistema educativo. Vuol dire decine di migliaia di studenti che in questi giorni non riescono a seguire come gli altri le lezioni. E i computer, anche quando ci sono, sono obsoleti, con sistemi operativi e software inadeguati e devono funzionare con connessioni ad Internet lente e difficoltose.
Lo scrutinio telematico. La didattica a distanza non vuol dire annullare le interrogazioni e la valutazione della preparazione. Il Miur ha precisato in una nota che è «necessario che si proceda ad attività di valutazione costante». Ma metodologia e strumenti «rientrano nella competenza di ciascun insegnante e hanno a riferimento i criteri approvati dal Collegio dei Docenti». Per il momento comunque restano impossibili riunioni come consigli di classe o collegio docenti e inizia a farsi strada anche il ricorso allo scrutinio telematico.
Le assenze. E’ sempre più chiaro che non si raggiungeranno i 200 giorni previsti per legge per rendere valido l’anno scolastico ma già in altri casi in passato di fronte a «eventi imprevedibili e straordinari», la convalida è avvenuta comunque.