Il resoconto dell’incontro (che ha avuto luogo prima delle sospensioni delle lezioni) di una studentessa dell’istituto comprensivo “Francesco Prudenzano”
Abbiamo avuto un incontro diverso dagli altri, l’incontro con Giuseppe Guida. Lui intaglia la frutta. All’inizio sembra una cosa semplice, ma non lo è, non lo è affatto.
L’intaglio thailandese deve il suo nome proprio al Paese da cui ha origini ed è una vera e propria forma d’arte per me. È stata riconosciuta al livello mondiale e si fanno anche delle gare ed a una di queste Giuseppe si è classificato al 3° posto.
Intaglio Thailandese è un’arte d’abbellimento e dato la materia prima è la frutta, non si conserva a lungo. Purtroppo è praticata molto poco e non molto conosciuta, molti ragazzi non la prendono neanche in considerazione.
Scendendo nei particolari, Giuseppe ci ha spiegato innanzitutto lo strumento con cui si intaglia: lo stiletto thailandese. Si intaglia solo con questo strumento, che va affilato circa ogni sei mesi ed è simile a un coltellino.
Giuseppe usa spesso frutta e verdura, ma ha fatto sculture addirittura con il sapone. Spesso gli viene commissionato di intagliare, dalla frutta, frasi, parole, fiori, ma anche animali.
La sua prima scultura è stata una rosa in una zucca. Giuseppe ci ha detto che ha conosciuto quest’arte su Facebook per caso, solo un anno fa. Ora il suo sogno è diventare professore e insegnare nell’istituto alberghiero.
Una cosa dell’intaglio thailandese che stupisce è che per intagliare non c’è bisogno di essere bravi a disegnare, ma ci vuole solo molta pazienza e molta abilità manuale. Questo incontro non è stata una vera e propria intervista, ma ha colpito molto di più di 100 parole.
Poi Giuseppe ha iniziato ad intagliare ed è stato in quel momento che la piccola biblioteca, dove teniamo di solito le interviste, è caduta in un silenzio che nessuno osava interrompere. L’agilità delle sue mani era una cosa che non ti faceva distogliere lo sguardo dalla frutta che piano piano prendeva la forma di una rosa, poi di due… Alla fine la sua opera d’arte era un trio di rose vicine che sembravano disegnate.
Quest’intervista forse non aveva un argomento molto serio come le altre, ma mi ha trasmesso la voglia di quel ragazzo di diffondere un’arte tanto bella quanto sconosciuta.
Maria Moscogiuri
Istituto comprensivo Francesco Prudenzano