Avanzata anche la richiesta di aumentare il numero dei tamponi, in particolar modo per il personale sanitario
I sindaci salentini scrivono al presidente Emiliano per chiedere «con determinazione» di essere messi nelle condizioni di monitorare e gestire al meglio lo stato di emergenza legato alla diffusione del Covid-19.
Tre le richieste avanzate dai primi cittadini.
La prima è relativa alla necessità di aumentare il numero dei tamponi, in particolar modo per il personale sanitario.
«In moltissimi casi - dicono i sindaci - il contagio viene trasmesso da soggetti asintomatici, la individuazione degli stessi è fondamentale ai fini del contenimento del contagio e questo è possibile solo estendendo il tampone ai soggetti che operano con potenziali infetti, in particolare il personale sanitario, per questo motivo chiediamo che venga effettuato un numero maggiore di tamponi o dei test rapidi, anche se necessario con l’utilizzo di laboratori privati».
Altro punto sul quale i sindaci chiedono un intervento immediato è la tempestività nelle comunicazioni.
«I sindaci - incalzano i primi cittadini - sono autorità sanitaria locale e in quanto tali hanno un ruolo e delle funzioni attribuite dal nostro ordinamento giuridico che rende quantomeno increscioso quanto accaduto in questi giorni, e in più occasioni, che le informazioni riguardanti i propri comuni siano state apprese dalla stampa. Per superare velocemente questo problema è necessario ristabilire una linea di comunicazione corretta mediante la trasmissione istantanea dei dati delle quarantene e positivi direttamente dai soggetti preposti ai sindaci. La esigenza di una comunicazione tempestiva è motivata anche dal protocollo da attivare a carico dei comuni nello smaltimento dei rifiuti per i soggetti in quarantena e contagiati».
Legato a questo problema è l’ultimo aspetto evidenziato.
«Si precisa inoltre che delle quarantene volontarie di coloro che sono obbligati a comunicarle al proprio medico di base - concludono - i sindaci non ne hanno notizia. Pertanto, è necessario fare in modo che i medici di base comunichino direttamente ai sindaci le quarantene volontarie per consentire l’esercizio dell’attività di vigilanza».