«Non ci sono abbastanza mascherine e tute per tutti, e se continua così già oggi si potrebbe interrompere il flusso degli approvvigionamenti al personale del 118»
I depositi delle Asl pugliesi sono quasi vuoti. Forse - se va bene – si potrà arrivare a fine settimana. Il problema dei dispositivi di protezione è esploso già da giorni, ma ieri ha assunto contorni drammatici: non ci sono abbastanza mascherine e tute per tutti, e se continua così già oggi si potrebbe interrompere il flusso degli approvvigionamenti al personale del 118.
Ecco perché ieri, per tutta la giornata, il presidente Michele Emiliano ha mandato rimostranze a Roma. Ha sentito il ministro Francesco Boccia, che in questa emergenza tiene i contatti con le Regioni, e ha chiamato la Protezione civile. Poi ha scritto al commissario Borrelli per chiedere, con urgenza, l’invio di quanto richiesto da settimane.
La Puglia ha ricevuto dalla Protezione civile 304.100 mascherine chirurgiche, a fronte di un fabbisogno pari a 135.000 pezzi al giorno (include non solo gli ospedali, ma anche le strutture private, il 118 e i volontari), 32.115 mascherine «ffp2» (ne servono 33.500 al giorno), 1.215 mascherine «ffp3» (33.500), 1.900 occhiali protettivi, 1.649 tute (21.350), 485mila guanti in lattice (55mila), 351 kit diagnostici (2.000), oltre a 5 ventilatori (sui 225 richiesti) che sono diventati nove soltanto grazie alle donazioni dirette.
Nulla da fare, invece, per l’altro materiale sanitario richiesto tra cui i moduli di isolamento, i monitor multiparametrici fissi e portatili, gli ecotomografi portatili.
«Sto facendo il contrabbandiere sia per le mascherine che per i ventilatori - ha scritto ieri Emiliano su Facebook -. Mi stanno aiutando i governatori di alcuni stati cinesi con cui avevo rapporti istituzionali da tempo. Con questi canali in autonomia abbiamo fatto ordini per 38 milioni di euro di ventilatori e mascherine sperando che riescano ad arrivare».