La vendita dei giornali rientra fra le attività di primaria necessità, ma il Comune di Manduria ha stabilito che le edicole devono restare chiuse nei giorni festivi. La posizione di “Città Più”
Edicolante di Manduria multato e denunciato perché svolgeva la propria attività nella mattinata di domenica scorsa.
A segnalare l’episodio è l’associazione “Città Più”. Un episodio per alcuni versi sconcertante, se è vero, come è vero, che le edicole sono state ritenute, nei vari decreti contenenti le misure per la prevenzione del contagio, come attività di prima necessità. Possono, dunque, restare aperte. Ma il Comune di Manduria, attraverso una propria ordinanza, ha stabilito che le edicole, al pari di tutte le altre attività (ad eccezione delle farmacie e delle attività di ristorazione con consegna a domicilio), devono restare chiuse nei giorni festivi. In altre parole, l’informazione è essenziale dal lunedì al sabato. Poi, di domenica, la gente deve rinunciare all’acquisto del giornale…
«L’adozione di tutte le misure per informare ampiamente il cittadino risulta essere un servizio necessario e inderogabile da parte delle istituzioni cittadine, soprattutto quando alle normative nazionali vengono apportati aggiustamenti o precisazioni in sede di amministrazione locale» è l’opinione di “Città Più”. «Venendo all’episodio di Manduria, in ottemperanza ai DPCM dell’11 marzo scorso e del 22 marzo, l’edicolante ha aperto la propria attività per scoprire poco dopo, da un controllo delle forze dell’ordine, di aver commesso una violazione relativa all’ordinanza del Comune di Manduria, la n° 43 del 20 marzo, peraltro pubblicata all’Albo Pretorio in tarda serata. Comprensibile la confusione e l’amarezza dell’edicolante, pur consapevole della necessità di adempiere a tutti gli obblighi di legge.
Il governo Conte chiarisce che è possibile il “commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici”, senza però indicare i giorni e gli orari di apertura. Tale precisazione viene fatta a livello locale con l’ordinanza della Commissione straordinaria in cui si precisa che le attività commerciali hanno obbligo di chiusura nei giorni festivi.
Non sarebbe stato opportuno, visto il periodo di grande confusione e tensione, dare a tutti gli esercenti l’opportunità di pervenire a tali disposizioni in tempi utili e dopo ampia comunicazione ed informazione? Accade invece che chi sta prestando un servizio alla città (in condizioni non facili) si ritrovi a subire oltre la beffa anche il danno!».
A noi resta il dubbio anche sulla validità di una ordinanza che stride aspramente con le disposizioni emanate dal governo centrale.