lunedì 25 novembre 2024


02/04/2020 15:28:37 - Manduria - Attualità

Il circolo Legambiente di Manduria è pronto pertanto a presentare ulteriori osservazioni sulla base delle integrazioni prodotte da Aqp, integrazioni che non sono ritenute sufficienti a giustificare una siffatta scelta progettuale

 

«Esprimiamo sconcerto per le nuove notizie sull’iter autorizzativo del depuratore consortile relativamente alla Valutazione di Impatto Ambientale».

Il circolo Legambiente di Manduria è pronto pertanto a presentare ulteriori osservazioni sulla base delle integrazioni prodotte da Aqp, integrazioni che non sono ritenute sufficienti a giustificare una siffatta scelta progettuale.

«Purtroppo dobbiamo constatare come la cittadinanza debba ancora una volta scontrarsi contro questa forte determinazione della Regione e di Aqp ad andare avanti con delle soluzioni progettuali che, a nostro avviso, sono, fra tutte quelle sino ad ora presentate, le più pericolose per l’impatto sull’ambiente» sostiene Legambiente.

«Appare ancora incomprensibile le scelta di utilizzare per il buffer 1 un’area distante dal depuratore circa 3,5 km ed avente dei vincoli derivanti dal Piano Paesaggistico Territoriale (area di rispetto boschi). Inoltre, l’area individuati per il buffer 1 si trova ad un livello altimetrico superiore rispetto ad altre aree vicine al depuratore ed a monte del denso abitato di San Pietro in Bevagna. E’ evidente, quindi, che ci sia un superiore rischio idraulico ed idrogeologico, in caso di eventi meteorici estremi. Altra evidente scelta non condivisibile appare quella di utilizzare come ulteriore vasche di accumulo quelle del vecchio impianto Arneo, costruite 40 anni fa e mai entrate in funzione, che si trovano in uno stato di degrado tale che sembra difficilmente praticabile il loro recupero. Inoltre queste vasche si trovano nel cuore delle riserve Regionali e in area bosco e aree di rispetto boschi e quindi ulteriori scavi dovrebbero attraversare queste aree.

Infine ancora più pericolosa e del tutto incomprensibile appare la scelta di utilizzare come scarico, ancorché emergenziale, il bacino di bonifica di Torre Colimena, un’area posta all’interno delle Riserve Regionali. Tale scelta, che di fatto si traduce in uno scarico in battigia, assomma anche il danno che potenzialmente verrebbe arrecato ad un sistema ecologico fragilissimo.

Ci opporremo a queste scelte, utilizzando gli strumenti che la legge ci mette a disposizione, e nel contempo auspichiamo che tutti gli enti che sono chiamati ad esprimersi facciano altrettanto, visto che la politica appare, in questo momento, in buona parte silente».











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