domenica 24 novembre 2024


16/04/2020 11:17:15 - Salento - Attualità

I nostri smartphone diventeranno importanti come le mascherine. Due applicazioni in pole position per essere adottate a livello nazionale

La app anti Coronavirus è pronta a diventare la più scaricata del 2020. I nostri smartphone, quando scatterà la Fase 2, si trasformeranno in un'arma per difendersi dal morbo importante come le mascherine. Secondo Science, la nostra vita sotto la scure del Covid-19 cambierà rispettando rigorosamente tre pilastri: distanziamento sociale; isolamento dei malati e tracciamento dei loro contatti; restrizioni ai confini. Ogni Stato cercherà di capire quali potrebbero essere le soluzioni migliori e, secondo la rivista scientifica, ogni nazione prenderà spunto dagli errori o dai successi di quelle vicine per mettere a fuoco le strategie più efficaci.

Secondo i virologi e gli esperti di sistemi complessi, per tenere a bada il virus ed evitare di tornare in una fase di lockdown come quella che è scattata l'8 marzo in tutta Italia, sarà fondamentale stroncare sul nascere qualsiasi nuovo focolaio. Tra i sistemi che gli analisti ritengono più adatti per svolgere questo compito ci sono le app di tracciamento che potranno essere installate sui nostri smartphone. Come ha sottolineato l'Unione europea, l'adesione a questi programmi dovrà essere del tutto “volontaria” e i dati dovranno sempre essere raccolti in forma “anonima e aggregata”. Perché se è vero che per proteggere la nostra salute (e quella degli altri) si può rinunciare a un pezzetto di privacy, è altrettanto necessario tutelare il più possibile un diritto fondamentale che distingue le democrazie dalle dittature.

Per quanto riguarda l'Italia, sono ben 319 i progetti di app di tracciamento che sono stati presentati alla task force di 74 esperti istituita dalla ministra dell'Innovazione. E proprio Paola Pisano aveva tracciato nei giorni scorsi l'identikit del possibile vincitore: oltre all'adozione su base volontaria, la piattaforma dovrà essere open source (il codice sarà verificabile in qualsiasi momento da chiunque), basata su tecnologia bluetooth per l’individuazione dei contatti e con una raccolta di dati “sufficientemente” anonimi. E sull'utilizzo dell'avverbio si è scatenato un polverone, perché, come giustamente sottolineato da più parti, i dati o sono anonimi non lo sono. In ogni caso, la decisione finale spetterà a Palazzo Chigi. Secondo Wired, sono due i software in pole position che potrebbero essere adottati dal governo. La differenza tra i due è la tecnologia che utilizzano per controllare gli iscritti. In un caso si è scelto il Bluetooth, meno potente ma più rispettoso della privacy, nell'altro viene data la possibilità di attivare anche il Gps, protocollo più puntuale ma decisamente più invasivo.

Bluetooth

La prima app, quella che sembra leggermente favorita per l'adozione finale, è stata sviluppata dal fisico Luca Foresti e prodotta dalla società Bending Spoons, famosa per alcune applicazioni di yoga e fitness. Questa soluzione prevede l'utilizzo del Bluetooth pertracciare gli utenti. Un approccio più gradito, perché cattura solamente l'incontro tra due cellulari e scarta tutto il resto.

Bluetooth più Gps

La seconda soluzione, che si chiama Covid Community Alert, prevede lo sviluppo di due programmi: CovidApp, destinata agli utenti, eCovidDoc, indirizzata ai medici e che serve per confermare la positività ai test dei pazienti. L'app – messa a punto da un team internazionale di esperti e promossa dall'ex parlamentare di Scelta Civica Stefano Quintarelli - è open source e controlla ogni secondo i dispositivi nel raggio d'azione del Bluetooth. Se ci si trova vicino a una persona infetta, sul nostro smartphone viene subito inviata una notifica di allarme. L'app, inoltre, consente di attivare – sempre su base volontaria - anche il Gps. Gli sviluppatori garantiscono la tutela dell'anonimato anche in questo caso.

 

Fonte: rete











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