domenica 24 novembre 2024


18/04/2020 10:07:23 - Manduria - Calcio

Proveniente dalle giovanili del Mantova, giocò insieme ai “mitici” Visentin, Meneghetti, Scolozzi senior, Croci, Trillini, Dal Moro, Pasetto… L’alloggio presso l’hotel Gemma di Campomarino, la 1400 diesel comprata per consentire a calciatori e allenatore di raggiungere Manduria e la figura dei mediatori

Fu una delle squadre il cui ricordo più è rimasto scolpito nella mente dei tifosi che, direttamente o indirettamente, hanno avuto modo di apprezzarne le gesta. Era un altro calcio: epico, con valori diversi, seppur in bianco e nero e su terreni dal fondo polveroso.

Nel torneo 1968-69 la casacca biancoverde fu indossata da grandi calciatori: da Visentin a Meneghetti, da Scolozzi senior a Croci, da Trillini a Dal Moro, solo per citarne alcuni. In quella compagine, che sfiorò il salto in Quarta Serie (corrispondeva all’attuale C2), vi era anche un giovane difensore di belle speranze: Rodolfo Panini. Arrivò dalla giovanili del Mantova, club in cui era maturato facendo la trafila delle giovanili.

«Come mi ritrovai a Manduria? Ero già stato l’anno prima a Novoli» racconta Rodolfo Panini, che continua a seguire, da Milano, le sorti della compagine biancoverde. «In quel periodo non esistevano i procuratori. Vi era un’altra figura: quella dei mediatori. A Manduria era in cantiere una squadra che doveva puntare a vincere il campionato. Non esitai ad accettare la proposta del mediatore Bonfà e, anche a distanza di tanti decenni, serbo ancora dei ricordi bellissimi di quell’esperienza nel tarantino».

Come allenatore fu ingaggiato il barese Biagio Catalano, sino ad allora ispettore regionale dei Nuclei di Addestramento dei Giovani Calciatori.

«Venimmo trattati da professionisti. Ricordo che alloggiavamo presso l’hotel Gemma di Campomarino e la società acquistò una 1400 diesel per consentirci di raggiungere Manduria per gli allenamenti e per le partite. Avevo dei compagni di squadra fortissimi. Ricordo con affetto Pasetto, di cui ho poi perso i contatti. Vi erano il granitico Nicola Scolozzi e il centravanti Meneghetti, un bomber che realizzava tantissimi gol. Ricordo ancora capitan Trillini, il portiere Falco e il centrocampista Moccia, che mi dicono sia uno dei dirigenti attuali del Manduria».

Nonostante una buona partenza, il rendimento del Manduria non fu costante. A pagarne le conseguenze fu, come di solito accade nello sport, l’allenatore.

«Il suo posto fu preso da Elvezio Fossati, che era stato secondo di Tomeazzi al Mantova» prosegue ancora Rodolfo Panini scavando nella propria memoria. «Lottammo per la promozione sino alle ultime giornate, ma dovemmo arrenderci, per appena 5 punti, al Tricase».

Ora Panini ha 70 anni e un desiderio: ritornare a Manduria.

«Ho giocato tanto al sud, sino a quando mio cognato mi ha convinto a lasciare il calcio per lavorare in banca. Ricordo i tantissimi tifosi che seguivano la squadra (almeno tremila a partita) e l’ottimo vino Primitivo. Se il virus ci darà tregua, quest’estate vorrei ritornare in Puglia. Mi piacerebbe rivedere quei posti e, poi, ritornare ad assaporare un bicchiere del vostro eccezionale vino».











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