domenica 24 novembre 2024


24/04/2020 07:19:40 - Salento - Attualità

Il vaccino è stato sviluppato in meno di tre mesi dal team della Oxford University

Elisa Granato, una scienziata italiana, è una delle prime due volontarie a cui è stato somministrato il primo vaccino sperimentale europeo contro il Coronavirus. Il vaccino è stato sviluppato in meno di tre mesi dal team della Oxford University.

«Ho molta fiducia che il vaccino possa funzionare», ha dichiarato la professoressa Sarah Gilbert che coordina il team di ricercatori.

Ha avuto inizio  a Oxford la prima sperimentazione europea del vaccino anti-Coronavirus sugli umani. Le prime dosi sono state iniettate a due volontari tra le 800 persone reclutate per lo studio. E la prima è stata, guarda caso, una cittadina italiana: la ricercatrice Elisa Granato.

«Sono una scienziata – ha commentato alla Bbc – quindi volevo provare a supportare il processo scientifico in ogni modo possibile».

Il vaccino è stato sviluppato in meno di tre mesi dal team della Oxford University e coordinato dalla professoressa Sarah Gilbert, docente di virologia.

«Ora dobbiamo testare il vaccino e raccogliere dati sulla sua efficacia sull’uomo. Dobbiamo dimostrare che funziona davvero e impedisce alle persone di essere infettate dal Coronavirus, poi potremo somministrarlo a una popolazione più ampia».

La professoressa Gilbert ha aggiunto di essere “sicura all'80%” che il vaccino avrebbe funzionato, ma ora preferisce non pensarci, dicendosi semplicemente “molto ottimista”.

Cinque vaccini in avanzata fase di sviluppo

Proprio ieri pomeriggio Giuseppe Locatelli, presidente del Consiglio Superiore della Sanità, ha annunciato che «è in corso una virtuosa competizione mondiale per un vaccino efficace». Locatelli ha spiegato che sono cinque, in particolare, i potenziali vaccini «in avanzata fase di sviluppo: due negli Stati Uniti, uno nel Regno Unito, uno in Germania e uno in Cina». Il leader del CSS ha precisato che «ciò non significa che è imminente la loro commercializzazione, perché ci sono delle tappe ineludibili per stabilirne sicurezza ed efficacia». In particolare secondo Locatelli, «gli studi in corso dovranno rispondere a una domanda: quanto durerà l’immunità nei soggetti sottoposti a vaccino?».

Due gli scenari possibili: quello di una protezione permanente dal virus o quello di una protezione transitoria che renderà «necessario ripetere il vaccino fino alla scomparsa dell’epidemia».











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