Vietati gli assembramenti all’esterno della scuola. Ma i presidi attendono indicazioni certe
Le mascherine faranno la loro apparizione anche all’esame di maturità che inizierà il 17 giugno: se, come sembra ormai certo, si svolgerà in presenza, i sei commissari interni, quello esterno e il maturando indosseranno le mascherine ma è probabile poi che, sedendo ad una certa distanza, lo studente potrà togliersela per svolgere più agevolmente il colloquio orale che dovrebbe durare circa un’ora.
Questo lo scenario che si ipotizza in vista dell’esame di Stato per delineare il quale è attesa a brevissimo una ordinanza del ministero dell’Istruzione. La attendono con ansia non solo gli studenti ma anche i presidi e i presidenti delle Province che devono organizzare gli esami nei 7300 istituti superiori della Penisola.
L’organizzazione prevederà il divieto di assembramenti all’esterno delle scuole, né di studenti né di parenti dei maturandi, i bidelli dovranno vigilare in tal senso; ogni giorno verranno esaminati 5-6 ragazzi al massimo, uno ogni ora; quanto alla valutazione il colloquio varrà meno dei 60 punti di solito assegnati alle tre prove dell’esame e avrà maggior peso il curriculum dello studente nei cinque anni di studio.
Nel frattempo, i presidi chiedono indicazioni organizzative. Lo dicono praticamente con la stesse parole Paola Serafin, che guida i dirigenti sindacali per la Cisl, Mario Rusconi e Antonello Giannelli, dell’Associazione nazionale presidi regionale e nazionale.
«Sono necessari una serie di modelli organizzativi - spiega Serafin - accorgimenti che richiedono tempo: ogni giorno di attesa è un giorno perso».
I dirigenti vogliono capire le modalità della distribuzione dei dispositivi di sicurezza ai maturandi (gel e mascherine) e sul distanziamento tra candidato e commissione per meglio organizzare le aule.