Sempre più persone gettano mascherine e guanti di plastica per la strada: serve responsabilità
Da settimane gli ambientalisti lanciano l’allarme per l’inquinamento da mascherine e guanti di plastica. Molte, troppe persone, li gettano in strada senza curarsi delle conseguenze. Dal Canada, più precisamente dalla Columbia Britannica, arrivano alcune foto che spiegano al meglio che cosa può succedere: su Facebook Sandra Denisuk ha pubblicato alcune immagini che mostrano un uccello con una mascherina chirurgica blu avvolta sotto il becco, fino ad arrivare all’ala.
«NON GETTARE MASCHERINE E GUANTI SUL TERRENO (scritto volutamente in maiuscolo dall’autrice n.d.r.). Questo uccello è vittima innocente della negligenza dell’uomo. Gli animali non possono aiutarsi da soli, guarda cosa stiamo facendo loro. Questo uccello è rimasto impigliato su un albero per due giorni. L’elastico della mascherina era avvolto attorno al collo… per favore, condividi. Purtroppo l’uccello non ce l’ha fatta. Anche i guanti sono pericolosi per gli animali».
L’appello del Wwf: nello smaltimento di mascherine e guanti serve responsabilità
I dispositivi di protezione individuale che, dopo essere stati utilizzati diventano rifiuti, devono essere smaltiti correttamente per evitare che invadano le nostre strade, i nostri marciapiede e i nostri parchi.
«Una stima del Politecnico di Torino dice che per la Fase 2, serviranno 1 miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti al mese – scrive il Wwf Italia in una nota – . Si tratta di quantitativi molto elevati che impongono un’assunzione di responsabilità da parte di chi utilizzerà questi dispositivi di protezione: bisogna che ognuno di noi faccia uno sforzo per far sì che si proceda con uno smaltimento corretto e con il minor impatto possibile sulla natura».
Se anche solo l’1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente e magari disperso in natura questo si tradurrebbe in ben 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente. Considerando che il peso di ogni mascherina è di circa 4 grammi questo comporterebbe la dispersione di oltre 40mila chilogrammi di plastica in natura: uno scenario pericoloso che va disinnescato.
«Così come i cittadini si sono dimostrati responsabili nel seguire le indicazioni del governo per contenere il contagio restando a casa, ora è necessario che si dimostrino altrettanto responsabili nella gestione dei dispostivi di protezione individuale che vanno smaltiti correttamente e non dispersi in natura – a lanciare l’appello è la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi –. È necessario evitare che questi dispositivi, una volta diventati rifiuti, abbiano un impatto devastante sui nostri ambienti naturali e soprattutto sui nostri mari. Proprio per difendere il Mediterraneo che ogni anno già deve fare i conti con 570 mila tonnellate di plastica che finiscono nelle sue acque (è come se 33.800 bottigliette di plastica venissero gettate in mare ogni minuto) chiediamo alle istituzioni di predisporre opportuni raccoglitori per mascherine e guanti nei pressi dei porti dove i lavoratori saranno costretti ad usare queste protezioni per operare in sicurezza. Ma sarebbe opportuno che raccoglitori dedicati ai dispositivi di protezione fossero istallati anche nei parchi, nelle ville e nei pressi dei supermercati: si tratterebbe di un vantaggio per la nostra salute e per quella dell’ambiente».