Lo scoglio dell’immunità e l’interrogativo su quando finirà la pandemia
Il Sars-CoV-2 “sta continuando a mutare”.
Lo ha spiegato ad AdnKronos Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica Medica ed Epidemiologia Molecolare dell’Università Campus Bio-Medico, nell’audizione in corso alla Commissione Igiene e Sanità del Senato. Secondo uno studio (in attesa di revisione) condotto dai ricercatori dell’Università di Zhejiang, il nuovo Coronavirus sarebbe mutato in almeno 30 diversi ceppi. Gli scienziati sostengono che il Sars-CoV-2 sia cambiato per superare la resistenza del sistema immunitario nelle diverse popolazioni.
«La preoccupazione è che, di mutazione in mutazione, possa peggiorare non tanto la contagiosità, quanto la letalità di questa malattia - aveva avvisato l’esperto- ma dai nostri dati preliminari questo non si evince».
E infatti, ieri Ciccozzi ha riferito che «il virus di Covid-19 sta perdendo potenza». Nonostante il minor numero di decessi, dovuti «sicuramente alle terapie ma anche alla perdita di potenza del virus», da questo punto di vista, gli scienziati devono ancora approfondire molte cose, per capire in che direzione stia andando l’evoluzione del Sars-CoV-2.
Lo scoglio dell’immunità
Saranno i test sierologici a dire se una persona ha sviluppato gli anticorpi per il Sars-CoV-2. L’esame, infatti, rileverà la presenza nel sangue di Immunoglobuline M (IgM), che si manifestano nella prima fase dell’infezione e scompaiono velocemente, e di Immunoglobuline G (IgG), prodotte dopo 14 giorni e con una vita più lunga. La presenza di IgM indica un’infezione in corso, mentre quella di IgG potrebbe indicare che la persona ha contratto il Covid-19, ma è già guarita.
Il problema, però, è legato alla durata dell’immunità concessa dagli eventuali anticorpi. Per quanto tempo un paziente, che ha già sconfitto il Covid-19, può sentirsi al sicuro, senza correre il rischio di essere infettato nuovamente? Per il momento, gli esperti non possono rispondere a questa domanda, perché l’immunità andrà monitorata del tempo. Ma Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, aveva affermato: «Sull’immunità e su quanto sia protettiva e duratura ancora c’è da studiare, penso che per analogia probabilmente lo sia, una volta superata la malattia, ma non abbiamo sufficiente follow up per dirlo con sicurezza».
Quando finirà la pandemia?
In questi mesi si sono diffuse diverse previsioni sulla fine dell’epidemia da nuovo Coronavirus. Ma la sua durata resta un mistero. Uno studio del Center for Infectious Disease Research and Policy dell’Università del Minnesota ha stimato la fine dell’epidemia nei prossimi 18-24 mesi. Secondo gli esperti, infatti, il Covid-19 dovrebbe smettere di circolare quanto il 60-70% della popolazione avrà contratto il virus, sviluppando gli anticorpi.
Perché questo succeda, la pandemia potrebbe seguire tre strade diverse. Prima possibilità: alla pandemia della primavera 2020 potrebbero seguire diverse ondate minori ripetute, per un periodo di uno o due anni. Il secondo scenario disegnato dagli esperti prevede una seconda ondata in autunno o in inverno di quest'anno, seguita da ritorni più lievi nel 2021, mentre la terza ipotesi prevede il susseguirsi di contagi in modo lento e senza uno schema preciso.
Inizialmente, i virologi sostenevano la possibilità che il Covid-19 si attenuasse con l’arrivo dell’estate, grazie all’aumento delle temperature. Su questo punto, però, i pareri degli esperti sono molto discordanti e ancora non è chiaro se il caldo possa essere d’aiuto contro il nuovo Coronavirus.
Infine, c’è chi sostiene che il virus non ci abbandonerà mai. È la tesi di un gruppo di scienziati dell’Istituto di Biologia Patogena dell’Accademia cinese delle Scienze Mediche: «In Cina si riscontrano ancora moltissimi casi di persone che contraggono il virus in maniera asintomatica, nonostante l’epidemia sia sotto controllo- hanno spiegato- Questo apre lo scenario di una malattia con cui la specie umana dovrà convivere a lungo».
Il Covid-19 potrebbe continuare a circolare, seguendo il modello stagionale, come fa l’influenza.
Nonostante i molteplici studi sull’argomento, sono ancora numerose le ombre intorno al nuovo Coronavirus e, per arrivare a una conoscenza completa del Sars-CoV-2 servirà ancora del tempo, dato che si tratta di un virus completamente nuovo.