lunedì 25 novembre 2024


17/07/2020 09:46:55 - Manduria - Attualità

L’odissea della madre che ha bisogno di una Tac urgentissima

«E’ ripartito tutto ormai. Mi chiedo perché la sanità sia rimasta ferma. Forse non solo a 3 mesi fa, quando fermi lo eravamo un po’ tutti».

Una signora, figlia di una paziente cui è stato diagnosticato un tumore, racconta le sue ultime … disavventure nei tentativi di ottenere dalla Asl, attraverso il CUP, delle prestazioni sanitarie urgenti.

«“Ci sono più di 9 chiamate in attesa prima della sua”: sembra essere diventato un tormentone non dell’estate 2020, ma della disperazione della gente che chiede aiuto!» esordisce la signora che chiede l’anonimato per tutelare la privacy della madre. «Attesa di 9 ore e non 9 utenti come dichiarano e poi improvvisamente la comunicazione meccanica viene interrotta. E’ questo che accade ormai nel nostro sistema sanitario da più di un mese, il post-Covid ha creato un alibi perfetto ai disagi che esistono e persistono già da tempo»..

La signora racconta due episodi.

«Mia madre ha bisogno di una Tac urgentissima (specifico:”entro 10 giorni”) da più di un mese. La prassi ormai è chiamare il numero verde anche per le urgenze e da comune cittadina mi attengo alle nuove normative. Passano 20 giorni ma non vengo ricontattata. Richiamo il numero verde e dopo due giorni di interruzioni telefoniche e ore e ore di attesa, mi rispondono e mi comunicano che al numero progressivo che mi è stato assegnato non corrisponde alcuna prenotazione.

Resto senza parole: eppure era ben evidente l’urgenza!

Finalmente, dopo tante vicissitudini, riescono a riprendere in mano la mia prenotazione e mi comunicano che la disponibilità prevista è non prima di fine agosto. Mi ribolle il sangue ed inizia la mia via Crucis per cercare spiegazioni e trovare responsabili..

Mi rivolgo all’ospedale del mio paese, al distretto Asl, all’ufficio dell’Urp provinciale, ma nulla, nessuno sa niente, nessuno ti aiuta e, peggio ancora, non sa come farlo.

Tutti muti: mi sconvolge questo silenzio e non capisco se si tratta di incompetenza professionale o solo di ingenua omertà istituzionale... Sfinita, decido di procedere da sola e di provare con il Cup da una farmacia, nonostante mi sia stato riferito che le urgenze le gestiscono solo dal distretto provinciale. La conclusione? Riesco a prenotare la Tac facendomi togliere indicazione “Urgente” e riesco ad ottenerla in un tempo minore rispetto a quello comunicatomi varie volte dalle centraliniste.

Tardissimo rispetto all’urgenza, ma pur sempre prima di quello che mi è stato riferito da chi svolge quotidianamente questo lavoro.

Stesso giorno e stesso problema per una visita di controllo imminente. Ricevo telefonata dal distretto ASL del mio paese e mi comunicano che la visita della mamma, prenotata 6 mesi prima, è stata annullata perché il medico è stato trasferito in altra sede. Quindi adesso devo risolvere da sola anche questo disagio causatomi sempre dalle stesse persone e sempre da coloro che, piuttosto che difendere e tutelare una categoria debole come i malati fanno, prima a fare silenzio, se sono educati, altrimenti ti voltano le spalle.

Ho assistito a pianti disperati di gente che aveva bisogno e che cerca spiegazioni e aiuto.

Non è più il Covid che ci paralizza… La Sanità è rimasta ferma…».











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